Il Comitato Paralimpico Internazionale (CPI) ha compiuto un passo significativo, rimuovendo la sospensione parziale imposta a Russia e Bielorussia in seguito all’inizio del conflitto in Ucraina nel 2022.
La decisione, approvata dall’assemblea generale riunita a Seul, segna un cambiamento di rotta nel rapporto con i due paesi e apre la possibilità per atleti russi e bielorussi di competere alle Paralimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026 non più in qualità di atleti neutrali, ma sotto i propri vessilli nazionali.
Questo ritorno alla piena partecipazione rappresenta una questione complessa, carica di implicazioni etiche, politiche e sportive.
La decisione del CPI, pur riconoscendo il desiderio di riintegrazione e la volontà di offrire un’opportunità di competizione per gli atleti coinvolti, si scontra con le continue preoccupazioni relative al conflitto in Ucraina e alle sanzioni internazionali imposte alla Russia.
Tuttavia, la strada verso la piena partecipazione non è ancora definita.
Il CPI ha ribadito che la decisione finale sull’ammissione degli atleti spetta alle singole federazioni internazionali, che operano in maniera autonoma e spesso possiedono propri codici di condotta e protocolli di partecipazione.
Molte di queste federazioni, fino ad oggi, hanno mantenuto restrizioni significative, escludendo gli atleti provenienti da Mosca e Minsk, una posizione che riflette la sensibilità del contesto geopolitico e le pressioni internazionali.
L’apertura del CPI, quindi, non garantisce automaticamente la partecipazione di tutti gli atleti russi e bielorussi.
Le singole federazioni dovranno valutare attentamente la situazione, bilanciando il principio dell’inclusione sportiva con le responsabilità etiche e il rispetto delle normative internazionali.
Si prospetta un periodo di negoziazione e di valutazione, in cui le federazioni dovranno considerare fattori come la storia sportiva degli atleti, la loro posizione rispetto al conflitto e la conformità ai principi olimpici di pace, rispetto e fair play.
La vicenda solleva interrogativi fondamentali sul ruolo dello sport in tempi di guerra e di tensioni internazionali.
Può lo sport essere un ponte tra nazioni in conflitto, o rischia di diventare un terreno di propaganda e di divisione? La decisione del CPI, per quanto pragmatica e volta a favorire la partecipazione degli atleti, non risolve queste complesse questioni, ma le pone con maggiore urgenza, richiedendo una riflessione profonda sul futuro dello sport globale.
L’edizione delle Paralimpiadi di Milano Cortina 2026 si preannuncia, pertanto, un evento di grande significato sportivo e politico, destinato a generare un dibattito acceso e a mettere alla prova i valori fondamentali del movimento paralimpico.