La pioggia, quel capriccio atmosferico, ha mutato i piani per l’ultimo saluto a Nicola Pietrangeli, figura imprescindibile nella storia dello sport italiano.
L’omaggio pubblico, atteso con emozione e rispetto, che avrebbe dovuto animare il campo intitolato a lui stesso al Foro Italico, è stato rimandato a domani, un rinvio che, per ironia del destino, sembra quasi un eco delle sue battaglie, della sua resilienza di fronte alle avversità.
Nicola Pietrangeli, scomparso ieri all’età di 92 anni, ha lasciato un’eredità sportiva inestimabile, un retaggio di vittorie, di passione e di un’eleganza innata che trascendeva il semplice gesto atletico.
Il campo, oggi silenzioso sotto la coltre di nuvole, avrebbe dovuto essere il palcoscenico di un commiato solenne, un luogo dove i suoi tifosi, i suoi colleghi, gli appassionati di tennis e l’intera nazione avrebbero potuto esprimere la loro gratitudine e il loro affetto.
L’organizzazione, guidata dalla famiglia e dalla Federazione Italiana Tennis, con il prezioso supporto di Sport e Salute, si è posta l’obiettivo di onorare la sua memoria nel modo più fedele possibile alle sue volontà.
Questa scrupolosità si riflette nella scelta di rimandare la camera ardente, un gesto che testimonia il rispetto per la sua persona e la sensibilità verso i suoi desideri.
Si parla, con grande probabilità, di un accompagnamento musicale durante l’omaggio, un dettaglio che rivela la profondità e la raffinatezza del suo animo.
Le note di Charles Aznavour, simbolo di un’epoca e di un’arte senza tempo, potrebbero intrecciarsi con la struggente melodia di “My Way” di Frank Sinatra, una canzone che Pietrangeli aveva esplicitamente richiesto di essere suonata, come testimoniato nella sua biografia.
Un’indicazione che va ben oltre il mero gusto personale: un’espressione di filosofia di vita, un invito a riflettere sul percorso compiuto, sulle scelte fatte, con l’accettazione serena del proprio destino.
La camera ardente sarà aperta domani dalle 9 alle 12, in forma privata, preludio a una cerimonia funebre che si terrà alle 15 a Ponte Milvio, luogo evocativo e carico di storia, meta di promesse e di sogni infranti, ma anche di nuove speranze.
Un addio intimo e raccolto, per una figura che ha incarnato l’eccellenza sportiva e l’eleganza di un’epoca, lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva.
Un uomo che, come un maestro d’asilo che insegna ai bambini, ha fatto della perseveranza, del coraggio e dell’umiltà i pilastri della sua esistenza.





