L’approdo al Pisa è stato il culmine di un percorso di riflessioni profonde, un’occasione che mi ha parlato al cuore ben prima di qualsiasi accordo formale.
Non si tratta semplicemente di un’opportunità professionale, ma di un’immersione in un progetto che palpita di storia e di una sete inestinguibile di riscatto.
Le conversazioni iniziali con il direttore sportivo hanno illuminato una visione chiara e ambiziosa, molto più di una semplice dichiarazione di intenti.
Ho percepito una squadra desiderosa di elevarsi, un ambiente permeato da un’energia positiva e da un’incrollabile fiducia nel potenziale che risiede tra queste mura.
Si respirava l’aria di un club che non si accontenta, che guarda avanti e si pone obiettivi concreti.
La mia decisione non è stata presa alla leggera.
Ho valutato con cura le offerte ricevute, analizzando attentamente le dinamiche interne, le prospettive di crescita e il supporto offerto a un allenatore.
Il Pisa si è distinto immediatamente per la sua genuinità e per la trasparenza che ha dimostrato nel comunicare le proprie aspettative.
L’obiettivo immediato, la salvezza, è un traguardo imprescindibile.
È il punto di partenza per costruire qualcosa di solido e duraturo.
Ma non è l’unica dimensione di questo progetto.
La salvezza è il fondamento su cui erigere una squadra capace di competere, di esprimere un gioco propositivo e di regalare emozioni ai tifosi.
Riconosco il peso della storia che accompagna il Pisa, un club con un passato glorioso e un presente che anela al ritorno ai vertici.
Il tifo è appassionato, esigente e meritevole di essere ripagato con risultati concreti.
Questa responsabilità mi motiva a dare il massimo, a lavorare incessantemente per creare una squadra coesa, combattiva e capace di interpretare al meglio i colori nerazzurri.
Mi sento parte di una comunità, unita dalla passione per il calcio e dalla volontà di riscatto.
So che il percorso sarà impegnativo, costellato di ostacoli e difficoltà.
Ma sono pronto ad affrontarlo con determinazione, umiltà e con la consapevolezza di poter contare sull’apporto di tutti: giocatori, staff, dirigenza e, soprattutto, i tifosi, pilastri fondamentali di questa squadra.
Il Pisa non è solo un club, è un’identità, un sentimento che unisce una città e che mi onoro di rappresentare.