Il grido di gioia soffocato nel petto romano si stempera in un’amara consapevolezza: la vittoria a Torino, conquistata con la precisione glaciale di Paredes dal dischetto e l’invenzione balistica di Saelemaekers, non spalanca le porte della Champions League. Un’impresa sfiorata, un sogno svanito sotto la pressione inesorabile dei calcoli matematici, che vedono la Juventus, trionfante a Venezia, assicurarsi l’ultimo posto utile per la competizione europea.La partita, però, trascende l’esito sportivo, configurandosi come un epilogo commovente per la carriera di Claudio Ranieri. L’eco delle proteste, dei fischi e degli insulti rivolti a Ricci e ai suoi compagni, provenienti dalla curva granata, contrasta con l’ovazione che accompagna l’ormai leggendario tecnico romano. Un fiume di affetto e gratitudine travolge il cuore di Ranieri, simbolo di resilienza, ingegno e profonda umanità nel panorama calcistico.L’omaggio del Torino, club con cui ha intessuto un rapporto di reciproco rispetto e ammirazione, si manifesta in un video proiettato sui maxi-schermi dello stadio, ripercorrendo i momenti salienti di una carriera costellata di successi e di esperienze indimenticabili. La targa celebrativa, consegnatagli dal direttore tecnico Vagnati, suggella un legame profondo e duraturo.La Roma, guidata da scelte tattiche audaci, affida le chiavi del centrocampo a Paredes, incaricato di orchestrare il gioco e imporre il ritmo. Il tandem Soulé-Shomurodov, in attacco, rappresenta un mix di tecnica e potenza, mentre la difesa, affidata a Mancini e N’Dicka di fronte al giovane e talentuoso Svilar, portiere premiato come migliorestre del campionato 2024/2025, si rivela una solida barriera.L’atmosfera palpabile, densa di emozione e nostalgia, celebra un’era giunta al termine, un capitolo chiuso con dignità e onore. La partita a Torino non è solo una sconfitta sportiva, ma una celebrazione della carriera di un uomo che ha saputo conquistare il cuore di tifosi e avversari, lasciando un’impronta indelebile nel calcio italiano e non solo. Un addio avvolto nel calore dell’affetto e nella consapevolezza di aver vissuto una vita dedicata alla passione per il pallone.
Ranieri, l’addio al calcio tra gioia amara e standing ovation.
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