Nel cuore pulsante di Roma, città che incarna la perennità e la resilienza come pochi altri luoghi al mondo, si è svolta un’assemblea cruciale per il futuro del calcio europeo.
Aleksander Čeferin, presidente dell’Unione delle Federazioni Calciatoristiche Europee (UEFA), ha tracciato un bilancio significativo, esaltando la capacità del calcio a livello di club di affrontare tempeste e riemergere con una forza rinnovata.
La riflessione di Čeferin non si è limitata a una semplice constatazione di successo, ma ha voluto delineare un percorso, un’eredità.
Roma, come impero senza fine secondo Virgilio, è un simbolo di persistenza, un monito a non arrendersi mai di fronte alle avversità.
Analogamente, il calcio europeo ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento e crescita, superando ostacoli di varia natura: conflitti armati, pandemie globali, instabilità economica e trasformazioni sociali profonde.
L’immagine dello spirito gladiatorio, evocata dal presidente UEFA, rappresenta la tenacia, il coraggio e la determinazione che hanno contraddistinto il calcio europeo.
Questo coraggio si è manifestato anche nella volontà di innovare e riformare le competizioni, abbracciando un’audacia che ha portato a risultati tangibili, incrementando il valore intrinseco e la visibilità del calcio a livello globale.
Čeferin ha poi affrontato un tema particolarmente delicato: i tentativi di alterare il modello calcistico europeo.
L’esplicita negazione dell’organizzazione di una competizione riservata a soli dodici club rappresenta una chiara presa di posizione a favore di un calcio inclusivo e meritocratico, in cui l’accesso alle competizioni di alto livello sia determinato da criteri sportivi e non da logiche predefinite.
In un’epoca segnata da crescenti tensioni politiche e sociali, il calcio assume un ruolo sociale di primaria importanza.
Esso diventa un collante, un punto di riferimento per milioni di persone che cercano un’ancora di speranza e un’esperienza condivisa che trascende le divisioni ideologiche e culturali.
La salvaguardia di questo ruolo, sottolinea il presidente UEFA, è un dovere imprescindibile per la comunità calcistica.
Preservare l’inclusività, promuovere il merito sportivo e rafforzare il legame con i tifosi: questi sono gli obiettivi che devono guidare il futuro del calcio europeo, affinché esso possa continuare a essere un simbolo di unità, passione e speranza per tutti.
Il calcio, in fondo, non è solo uno sport, ma un patrimonio culturale che appartiene a tutti.