09 novembre 2024 – 06:40
La giovane vittima di 19 anni dello stupro avvenuto nel cantiere abbandonato del Foro Italico di Palermo, ha deciso di non voler più affrontare il racconto di quella terribile vicenda. L’episodio si è verificato la sera del 7 luglio dell’anno scorso nella vivace zona della Vucciria, che durante la movida notturna si trasforma in un caos frenetico. Dopo aver consumato sette shottini di sambuca e un bicchiere di amaro uno dopo l’altro, il gruppo di giovani si è spostato verso la zona panoramica che si affaccia sul mare.L’inchiesta condotta dalla Procura ha portato alla condanna a sette anni ciascuno per Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Elio Arnao e Christian Maronia; 6 anni e 4 mesi per Cristian Barone. La pena meno severa, quattro anni, è stata comminata a Samuele La Grassa. Nonostante i pubblici ministeri avessero richiesto condanne fino a 12 anni, già ridotte di un terzo per via del rito abbreviato scelto dagli imputati, il tribunale ha emesso le sentenze sulla base della testimonianza della vittima e delle prove raccolte dai carabinieri.Angelo Flores aveva deciso di riprendere la scena con il suo cellulare mentre gli amici si alternavano durante l’aggressione sessuale, ridevano e lo incitavano. Successivamente aveva diffuso i video tra gli amici, mettendosi così in grave imbarazzo legale. Riccardo Parrinello, il più giovane del gruppo processato separatamente e diventato maggiorenne dopo i fatti, è stato condannato in appello a 8 anni e 8 mesi.Durante la notte dello stupro inviò dei messaggi audio ad un amico in cui parlava dell’accaduto con frasi agghiaccianti come: “L’abbiamo ammazzata, ti giuro è svenuta più una volta… in sette… abbiamo fatto un macello, ci siamo divertiti”. Le parole sprezzanti usate da Flores come “Mi viene lo schifo, eravamo cento cani sopra una gatta” hanno suscitato indignazione nell’opinione pubblica. Tuttavia i difensori degli imputati continuano a sostenere che la giovane era consenziente alla violenza subita.