L’amministrazione Trump ha deciso di mettere in congedo i giornalisti di Voice of America (Voa) e delle altre emittenti finanziate dagli Stati Uniti, interrompendo bruscamente la diffusione dei media che da anni erano considerati essenziali per contrastare le campagne informative russe e cinesi. Questa decisione ha colpito centinaia di dipendenti di Voa, Radio Free Asia, Radio Free Europe e altre emittenti, i quali hanno ricevuto una comunicazione via email nel fine settimana che annunciava il divieto di accesso ai loro uffici e l’obbligo di restituire i pass stampa e le attrezzature fornite dall’ufficio.Trump, noto per aver smantellato precedentemente l’Usaid e il dipartimento dell’istruzione, ha firmato un ordine esecutivo che include l’Agenzia statunitense per i media globali tra gli enti federali ritenuti non più necessari dal presidente. La Casa Bianca ha giustificato questi tagli sostenendo che in tal modo si eviterà che i contribuenti debbano sostenere la diffusione di propaganda radicale, segnando così un netto cambiamento di rotta rispetto alle reti create per promuovere l’influenza degli Stati Uniti all’estero.Harrison Fields, portavoce della Casa Bianca, ha inviato un messaggio provocatorio scrivendo “arrivederci” su X in ben 20 lingue diverse, evidenziando in modo ironico la variegata copertura multilingue offerta dalle testate giornalistiche colpite da questa decisione amministrativa.
Taglio drastico alle emittenti statunitensi: centinaia di giornalisti messi in congedo
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