25 gennaio 2025 – 15:20
L’inaugurazione dell’anno giudiziario a Torino ha rappresentato un momento di forte tensione e protesta da parte dei magistrati contro la recente riforma costituzionale che riguarda la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici. Circa cinquanta magistrati hanno espresso il loro dissenso davanti al Palazzo di Giustizia, indossando coccarde tricolori e brandendo copie della Costituzione italiana come simbolo di difesa dei principi fondamentali. La situazione è degenerata quando la rappresentante del Ministero della Giustizia, Maria Isabella Gandini, ha preso la parola, scatenando l’abbandono dell’aula da parte di un centinaio di magistrati tra cui il procuratore capo Giovanni Bombardieri e l’ex procuratore Giancarlo Caselli.Il presidente della Corte d’Appello di Torino, Edoardo Barelli Innocenti, ha sottolineato con fermezza l’autonomia della magistratura sottolineando che essa rappresenta un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere dello Stato, non essendo un contro potere ma piuttosto un garante dei diritti fondamentali di tutti i cittadini. Tuttavia, tale posizione è stata contrastata dai penalisti presenti all’evento. Il presidente della camera penale Roberto Capra ha criticato l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), accusandola di spostare il confronto su una dimensione conflittuale e di perseguire una battaglia per mantenere privilegi di potere.Durante la cerimonia si sono evidenziati anche problemi strutturali significativi, in particolare riguardanti il tribunale di Ivrea che opera con una carenza critica di personale: solamente 34 dipendenti su 62 previsti e 17 magistrati su 23 necessari. Nonostante ciò, il tribunale continua le sue attività grazie al senso del dovere e allo spirito di sacrificio del personale presente.La Procuratrice Generale Lucia Musti ha sollevato ulteriori preoccupazioni in merito all’ordine pubblico a Torino, definendola come capitale dei centri sociali e degli anarcoinsurrezionalisti con specifico riferimento al movimento antagonista Askatasuna. Questo evento ha messo in evidenza una profonda frattura tra la magistratura e la politica riguardo alla riforma della giustizia, mettendo in luce le tensioni esistenti tra i diversi poteri dello Stato che si riflettono nelle dinamiche complesse del sistema giudiziario italiano.