Il recente decreto governativo sulla giustizia, approvato dal Consiglio dei Ministri, segna un punto di svolta per la geografia giudiziaria abruzzese, con implicazioni che vanno ben oltre la mera estensione temporale di un’organizzazione esistente.
L’articolo 6, comma 5, sancisce, infatti, la proroga, fino al 1° gennaio 2027, dell’operatività di quattro tribunali non provinciali: Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano.
Questa decisione, apparentemente tecnica, è il frutto di un dibattito più ampio che coinvolge questioni di accessibilità alla giustizia, territorialità e identità locale.
La decisione di estendere la loro esistenza, lungi dall’essere un atto puramente amministrativo, rappresenta una risposta concreta alle esigenze di una comunità che ha espresso ripetutamente la volontà di mantenere vive queste sedi giudiziarie.
La loro presenza sul territorio abruzzese non si limita alla mera amministrazione della giustizia, ma svolge un ruolo cruciale nel garantire un accesso più agevole e capillare ai diritti, specialmente in aree geograficamente distanti dai poli giudiziari principali.
La dispersione demografica della regione, con centri abitati spesso isolati, rende la presenza di queste sedi giudiziarie un fattore determinante per evitare ai cittadini spostamenti onerosi e complessi per l’esercizio dei loro diritti.
L’accantonamento di 1.520.000 euro a copertura dei costi operativi di questi tribunali dimostra la volontà del governo di sostenere concretamente la loro attività e di investire nel rafforzamento del sistema giudiziario regionale.
Tale somma non è una semplice voce di spesa, ma un segnale di impegno nel garantire la funzionalità e l’efficienza di queste strutture, permettendo loro di continuare a offrire servizi essenziali alla collettività.
La decisione, resa nota dalla Regione Abruzzo, pone l’accento su un modello di giustizia che valorizza la prossimità al cittadino, opponendosi a logiche centralizzatrici che rischiano di penalizzare le aree periferiche.
La proroga, con effetto immediato dalla pubblicazione del decreto, sottolinea l’urgenza di preservare queste realtà giudiziarie, che rappresentano un elemento di coesione sociale e di sviluppo economico per le comunità locali.
Si tratta di un esempio di come l’amministrazione pubblica possa rispondere alle istanze del territorio, preservando la sua identità e garantendo un accesso equo alla giustizia per tutti i cittadini.
L’evento è un’occasione per riflettere su come la geografia giudiziaria possa contribuire a una più ampia visione di giustizia sociale e territoriale.