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Paolo Chiesi Foundation, ufficializzato nuovo nome nei 20 anni di attività

(Adnkronos) – Riflettere sul percorso fatto e sui traguardi raggiunti, ma anche promuovere un confronto aperto sulle sfide attuali e future in ambito sanitario nel Sud globale, in particolare sull'assistenza neonatale e la salute respiratoria, per condividere esperienze, individuare criticità e favorire nuove sinergie volte a garantire un accesso equo a cure di qualità. Sono i temi della tavola rotonda organizzata per i 20 vent'anni di attività di Chiesi Foundation, all'evento celebrativo 'Accelerare il cambiamento: un dialogo sul futuro dell'assistenza sanitaria nel Sud globale', che si è svolto il 25 settembre all'Auditorium dell'headquarters di Chiesi Farmaceutici a Parma. Nell'occasione, la Fondazione ha anche ufficializzato la sua intitolazione in onore del fondatore, Paolo Chiesi.  Alla tavola rotonda, che è seguita al saluto d'apertura di Maria Paola Chiesi e Massimo Salvadori, rispettivamente presidente e coordinatore della Fondazione – riporta una nota – hanno partecipato due importanti esperte di salute neonatale e respiratoria nel Sud globale: Queen Dube, pediatra ed epidemiologa e Newborn Health Lead presso il Department for Maternal, Newborn, Child, Adolescent Health and Ageing dell'Organizzazione mondiale della sanità a Ginevra, e Refiloe Masekela, presidente della Pan African Thoracic Society e responsabile del Department of Paediatrics and Child Health presso l'università KwaZulu-Natal (Sudafrica). Dal dibattito è emersa la necessità di una completa ridefinizione dell'architettura della cooperazione internazionale e del ruolo degli attori coinvolti, affinché le risorse e le competenze a disposizione possano convergere in strategie comuni. La strada delineata per il futuro consiste nella promozione di modelli di partnership più inclusivi, nel rafforzamento dei sistemi sanitari locali e nella valorizzazione dell'innovazione come leva per un cambiamento sostenibile e duraturo, come hanno evidenziato Dube – già a capo dei Servizi sanitari del ministero della Salute del Malawi, che ha lavorato alla definizione dei piani di accelerazione per la riduzione della mortalità materno-neonatale, e co-ricercatrice principale di Nest360, un'iniziativa multi-istituzionale volta a dimezzare la mortalità neonatale dei pazienti ricoverati in Africa – e Masekela, esperta a livello internazionale in materia di asma pediatrico e test di funzionalità polmonare, mentore della prossima generazione di ricercatori e vincitrice del prestigioso World Lung Health Award, assegnatole nel 2025 alla Conferenza dell'American Thoracic Society per il suo contributo al miglioramento della salute respiratoria in Sudafrica. Nata il 14 aprile 2005 come espressione della responsabilità sociale del Gruppo Chiesi – ricorda la nota – la Fondazione ha progressivamente esteso il proprio ruolo, passando da grant-maker a partner operativo in progetti di cooperazione internazionale e sviluppo locale. Il cuore della sua missione è da sempre rivolto al Sud globale: una scelta dettata dalla volontà di intervenire dove l'accesso ai servizi sanitari di base è ancora drasticamente limitato. Oggi Chiesi Foundation è attiva in Benin, Burkina Faso, Burundi, Costa d'Avorio, Repubblica Centrafricana, Etiopia, Guyana, Nepal, Perù, Senegal, Tanzania, Togo e Uganda, dove la mortalità neonatale e l'incidenza di malattie respiratorie croniche restano tra le principali emergenze sanitarie, con pesanti ricadute socioeconomiche sull'intera comunità. Nel corso degli anni – illustra la Fondazione – l'impegno si è concretizzato nello sviluppo di due modelli di intervento complementari: il modello Nest (Neonatal Essentials for Survival and Thriving) per migliorare l'accesso alle cure neonatali e il modello Gasp (Global Access to Sustainable Pulmonology) incentrato sulla diagnosi e la gestione di malattie respiratorie croniche come l'asma e la Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva). I modelli condividono un approccio comune che include: la formazione del personale sanitario, la sensibilizzazione e l'educazione dei pazienti e dei caregiver, la fornitura di attrezzature essenziali adatte al contesto locale, l'utilizzo di protocolli clinici basati su prove scientifiche, lo sviluppo di reti tra i centri sanitari a livello regionale e nazionale e la collaborazione stretta e continuativa con le istituzioni locali e le autorità sanitarie. Un'attenzione particolare è riservata anche all'equità linguistica e all'inclusione delle realtà francofone dell'Africa subsahariana, spesso escluse dai circuiti internazionali della ricerca medico-scientifica. Al termine dell'evento – conclude la nota – è stata annunciata un'importante evoluzione per la Fondazione, che ha modificato il suo nome in Paolo Chiesi Foundation, in onore del suo fondatore e primo presidente, scomparso nel 2024. Scienziato e filantropo, ha dato vita alla Fondazione con l'idea che il sapere scientifico e la responsabilità sociale potessero confluire in un'azione concreta e trasformativa per il bene comune. Per vent'anni il suo impegno e la sua visione hanno ispirato ogni progetto, ogni partnership e ogni traguardo raggiunto. Il nuovo nome rappresenta quindi "non solo un omaggio alla sua figura, ma anche la volontà di portare avanti con coerenza e rinnovata energia i valori che ne hanno guidato la nascita: promuovere il diritto universale alla salute, combattere le disuguaglianze e costruire un futuro più equo per le comunità più vulnerabili del mondo". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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