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La Russia sta vincendo la guerra in Ucraina. Parola di Vladimir Putin, che nella giornata in cui domina la scena al Valdai Forum di Sochi – con 4 ore tra discorso e risposte – snocciola dati relativi all'operazione militare speciale. Il quadro è caratterizzato, secondo il presidente russo, dalle condizioni drammatiche in cui versano le forze armate ucraine. "Le perdite delle forze armate ucraine a settembre sono state di 44.700 unità, metà sono perdite irreparabili. Da gennaio ad agosto ci sono stati 150mila disertori tra le forze armate ucraine. Kiev, viste le elevate perdite e l'impossibilità di compensarle, dovrebbe pensare a come negoziare. Tra le file del nemico c'è confusione, non capiscono cosa succede sulla linea del fronte", dice il presidente russo fornendo cifre che non sono verificabili e che vengono da tempo smentite da Kiev. Cosa succede al fronte secondo il Cremlino? "Le nostre truppe avanzano su tutta la linea", dice prima di elencare obiettivi raggiunti o considerati ormai a portata di mano. "Alla Russia resta da liberare lo 0,13% della regione di Luhansk", che Mosca ha annesso da tempo pur in assenza del controllo integrale. "Abbiamo occupato due terzi della città di Kupiansk", considerata un nodo strategico fondamentale per pianificare un'ulteriore offensiva verso Kharkiv. E non è finita qui, secondo il numero 1 del Cremlino: Yunakivka è stata posta sotto il controllo delle forze armate russe, la presa di Volchansk è solo questione di tempo. Il nostro esercito è entrato a Severesk, Konstantinovka, Krasnoarmiysk. Il raggruppamento Dnepr si sente sicuro e agisce con decisione", dice evidenziando punto per punto. Tutto questo, però, costa uomini e mezzi. "Le forze armate russe hanno perdite, ma sono di gran lunga inferiori a quelle ucraine", dice archiviando l'argomento più scomodo. Il quadro potrebbe cambiare se gli Stati Uniti, effettivamente, consegnassero missili Tomahawk all'Ucraina. Il presidente americano Donald Trump ha già dato il via libera alla condivisione di informazioni di intelligence per consentire a Kiev di individuare obiettivi russi – soprattutto infrastrutture energetiche – da colpire. "Le forniture di Tomahawk a Kiev, se ci dovessero essere, non cambierebbero in alcun modo l'equilibrio delle forze sul campo di battaglia", dice Putin, che invia un messaggio sibillino a Washington. "L'uso dei Tomahawk senza la partecipazione degli americani è impossibile. Le forniture a Kiev danneggerebbero le relazioni con gli Stati Uniti", dice. Il presidente russo non ha apprezzato la definizione "tigre di carta" che Trump ha usato recentemente in relazione alla Russia. "Stiamo combattendo contro tutto il blocco Nato e continuiamo a progredire. Se noi siamo una tigre di carta, la Nato cos'é?", si chiede.
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Putin e i numeri della guerra: “Russia avanti tutta, lo dicono i dati”
