Il Tribunale di Torino, in seguito a un’istruttoria minuziosa, ha emesso una sentenza severa nei confronti dell’imputato Abdelkader Ben Alaya, condannandolo all’ergastolo per il tragico omicidio della moglie Roua Nabi. L’evento scuotente si era verificato il 23 settembre del 2024, quando la vittima era stata brutalmente accoltellata davanti ai loro figli in un appartamento della città.Il pubblico ministero Cesare Parodi ha richiesto e ottenuto anche una misura di sicurezza aggiuntiva: quattro mesi di isolamento diurno per l’imputato, destinati a garantire il distacco sociale del soggetto dalla comunità. La scelta della magistratura si fonda sull’obiettivo di evitare ulteriori reati e sulla necessità di proteggere la società da eventuali comportamenti devianti.È emerso durante l’inchiesta che il presunto autore dell’omicidio era già stato sottoposto a un ordine di allontanamento con l’applicazione di un braccialetto elettronico in agosto. Tuttavia, quest’ultima misura di sicurezza non si attivò al momento del reato. Gli investigatori hanno chiarito che il motivo per cui il dispositivo non funzionava era la sua completa scarica delle batterie.L’intero procedimento giudiziario rivela un quadro di gravi preoccupazioni sociali e richiede una profonda riflessione sull’efficacia dei meccanismi di prevenzione della criminalità. Il caso, infatti, non solo mette in luce la brutalità dell’atto commesso ma anche le insufficienze nel sistema giudiziario volto a prevenire tali fatti attraverso misure restrittive preventive.L’accaduto desta profonda perplessità sulla gestione delle strategie di sicurezza urbana e richiede un attento esame critico sulle politiche in materia.
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