18 agosto 2024 – 12:45
Dopo 48 ore di intensa ricerca, è stata finalmente conclusa la caccia all’uomo responsabile dell’aggressione avvenuta alla vigilia di Ferragosto su un passeggero del bus 72 diretto a Venaria. Gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti a fermare un individuo di 30 anni, fortemente sospettato di tentato omicidio: è stato individuato indossando gli stessi abiti catturati dalle telecamere a circuito chiuso presenti sul mezzo Gtt mentre vagava per le strade della città. Le indagini avevano già permesso di identificarlo poche ore dopo l’aggressione, grazie ai frame delle telecamere e alle testimonianze degli altri passeggeri. Tuttavia, le sue tracce si erano perse quando era riuscito a fuggire rapidamente dall’autobus non appena il conducente aveva aperto le porte per permettere i soccorsi. Attualmente l’uomo è sotto inchiesta per tentato omicidio, ma il movente del suo gesto rimane ancora incerto: potrebbe trattarsi di un tentativo di rapina o una lite per motivi diversi. Durante l’udienza di convalida, l’accusato si è mostrato confuso e ha dichiarato di non ricordare nulla dell’accaduto, decidendo quindi di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il pm Giovanni Caspani ha richiesto la custodia cautelare in carcere, mentre il giudice si è riservato la decisione finale in merito. Anche la vittima avrà modo di esprimere la propria versione dei fatti quando verrà ascoltata dal pm Giovanni Caspani. Il giovane di 28 anni è stato colpito con diverse coltellate al collo, alle mani e alle spalle mentre il bus transitava lungo corso Mortara intorno alle 18:30 del mercoledì 14 agosto. Con le mani sporche di sangue, ha chiesto aiuto al conducente che ha prontamente fermato il mezzo e contattato il numero d’emergenza 112. Un infermiere presente sul bus ha fornito i primi soccorsi stringendo una maglietta intorno al collo della vittima per contenere l’emorragia in attesa dell’arrivo dei soccorritori del 118. Il medico legale incaricato dal pm sta analizzando referti medici e fotografie per determinare se le ferite inflitte fossero potenzialmente letali o solo lesioni gravi, un dettaglio cruciale per valutare se contestare l’accusa di tentato omicidio anziché lesioni gravi.