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Agnone e Borgo San Dalmazzo: un gemellaggio per don Raimondo Viale

Ad Agnone, nel cuore del Molise, si è compiuta una significativa cerimonia, un atto formale che trascende il mero protocollo amministrativo: la stipula del patto di gemellaggio tra il comune di Agnone e Borgo San Dalmazzo, un legame sancito in memoria di una figura esemplare, don Raimondo Viale.
La scelta di questo religioso come fulcro dell’unione tra due comunità distanti geograficamente, ma unite da valori condivisi, sottolinea l’importanza di onorare la memoria di coloro che, con coraggio e profonda umanità, si opposero alle ingiustizie e alla barbarie.

Don Raimondo Viale, originario di Limone Piemonte, incarna un esempio raro di rettitudine morale e di fede attiva, una voce dissonante in un’epoca in cui l’acquiescenza era spesso sinonimo di sopravvivenza.

La sua opposizione, espressa apertamente dal pulpito di Borgo San Dalmazzo, all’imminente ingresso in guerra, lo portò ad essere confinato nel Molise, una punizione ingiusta per un atto di coscienza.

Questo confino, paradossalmente, divenne un’occasione per rafforzare il suo impegno verso i più vulnerabili.

La vicenda di don Viale, magistralmente narrata nel romanzo “Il prete giusto” di Nuto Revelli, rivela l’intensità del conflitto interiore che lo tormentò e la sua straordinaria capacità di agire secondo i propri principi, anche a costo di incorrere nell’ostilità del potere costituito.

Al suo ritorno dal confino, don Viale si dedicò con fervore all’assistenza degli ebrei fuggiti dalla Francia, offrendo loro rifugio e aiuto per sfuggire all’orrore della persecuzione nazista.
La sua azione, silenziosa ma determinata, contribuì a salvare vite preziose e a testimoniare la resilienza dello spirito umano di fronte alla mostruosità del regime.
L’atto di gemellaggio e la conseguente inaugurazione della targa commemorativa ad Agnone rappresentano un omaggio a un uomo che ha saputo incarnare i valori di giustizia, solidarietà e resistenza.

E’ un’occasione per riflettere sull’importanza di non dimenticare il passato, per tramandare alle future generazioni la lezione di un sacerdote che, con la sua testimonianza, ha illuminato un periodo storico particolarmente buio.
L’unione tra Agnone e Borgo San Dalmazzo, intitolata a don Raimondo Viale, è dunque un simbolo di speranza, un impegno a coltivare la memoria e a promuovere un mondo più giusto e umano.

La sua storia, un monito e un esempio, invita a non cedere mai di fronte all’ingiustizia e a difendere sempre la dignità di ogni essere umano, soprattutto in momenti di crisi e di conflitto.

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