Nel cuore della notte alessandrina, quando l’ombra si allungava sui parcheggi periferici, un’ordinaria pattuglia dei Carabinieri ha intercettato un’attività sospetta.
L’osservazione, iniziata poco dopo le nove di sera, ha portato i militari a insospettirsi di un gruppo di individui assembrati in un’area scarsamente illuminata.
Optando per una prudente strategia di appostamento, la pattuglia ha assistito a un’operazione furtiva: lo scambio di un borsello, abilmente occultato sotto un veicolo, segno inequivocabile di un’attività illecita in corso.
L’intervento dei Carabinieri è stato immediato e preciso.
Il tentativo di fuga è stato sventato, e l’ispezione del veicolo, risultato noleggiato e con targa proveniente dalla Lombardia, ha portato alla luce una quantità significativa di sostanze stupefacenti e denaro contante.
L’operazione ha permesso di recuperare due etti e mezzo di cocaina, già confezionata in 350 dosi pronte per la distribuzione, insieme a 800 euro in banconote di vario taglio e a quattro telefoni cellulari, presumibilmente utilizzati per coordinare le attività illecite.
Gli investigatori ritengono che la cocaina, data la sua purezza e la modalità di confezionamento, fosse destinata a un mercato locale ben strutturato.
La provenienza milanese del veicolo noleggiato suggerisce un collegamento con organizzazioni criminali operanti nel Nord Italia, sottolineando la capacità di queste strutture di estendere le proprie attività anche in altre regioni.
I due giovani, rispettivamente di 20 e 21 anni, sono stati arrestati con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini, ancora in corso, mirano a ricostruire l’intera filiera criminale, identificando eventuali complici e quantificando il volume d’affari generato da questo traffico.
Le prime stime degli inquirenti parlano di un giro di affari illecito che potrebbe superare i 25.
000 euro, una cifra che riflette la gravità del crimine e l’importanza del lavoro svolto dai Carabinieri per contrastare il traffico di droga e proteggere la comunità.
La scoperta dei quattro telefoni cellulari rappresenta una linea di indagine cruciale per tracciare le comunicazioni e i contatti dei responsabili, con l’obiettivo di smantellare la rete criminale nella sua interezza.