lunedì 18 Agosto 2025
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Alta Valle di Susa: un modello di rinascita montana.

L’Alta Valle di Susa emerge come fulcro di un rinnovato dinamismo montano, incarnando un modello di resilienza e sviluppo che la proietta al vertice delle aree turistiche piemontesi.
Il Rapporto Montagne Italia 2025, elaborato dall’Unione dei Comuni Montani (Uncem) e diffuso da Edizioni Rubbettino, dipinge un quadro inedito, ben lontano dalle narrative di spopolamento che spesso avvolgono le zone marginali.
Bardonecchia, località simbolo di questa trasformazione, funge da esempio tangibile: la popolazione, incrementata da flussi turistici e migratori, si espande da un nucleo di 2.800 abitanti fino a raggiungere un picco di 50.000 unità durante i periodi di maggiore affluenza.

L’analisi demografica rivela un saldo migratorio positivo, con un tasso del 6.8 per mille, significativamente inferiore alla media regionale montana (26 per mille) e notevolmente più contenuto rispetto a bacini come la Val Sangone (52 per mille).

Questo dato, apparentemente tecnico, si traduce in un afflusso di nuove residenti che contribuiscono a rivitalizzare il tessuto sociale ed economico.

Il segreto di questo successo risiede in una combinazione di fattori.

L’Alta Valle di Susa vanta il più alto tasso di occupazione in Piemonte (43%), un indicatore di vitalità economica che si riflette in una fitta rete di imprese turistiche – ben 11 ogni 100 abitanti, superando la media delle Alpi piemontesi.

Il settore turistico impiega 2.280 addetti su una popolazione complessiva di 14.000 abitanti, dimostrando un’integrazione profonda tra attività turistica e comunità locale.
L’offerta ricettiva è particolarmente sviluppata, con 149 posti letto alberghieri ed extralberghieri per ogni 100 abitanti, posizionando l’area al diciassettesimo posto nazionale tra le zone montane più attrezzate, su un campione di 390 ambiti territoriali alpini e appenninici.
Questo dato non si limita a quantificare l’offerta, ma testimonia una capacità di investimento e di adattamento alle nuove esigenze del mercato.

Il Rapporto non si limita a un’analisi descrittiva, ma lancia un chiaro messaggio politico: la sopravvivenza e lo sviluppo delle aree montane dipendono dalla cooperazione e dalla creazione di strutture di governo condivise.

Come sottolinea Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, i Comuni, presi isolatamente, rischiano di soccombere alle sfide contemporanee.
L’esempio di Mauro Meneguzzi, Mauro Carena e Pacifico Banchieri, protagonisti di iniziative di aggregazione nella Val di Susa, rappresenta una via d’uscita.

Il documento invita a ripensare le rappresentanze istituzionali, suggerendo anche un’analisi delle leggi elettorali, e sollecita un ruolo attivo della Regione Piemonte, a garanzia di un futuro sostenibile per le comunità montane.

Il messaggio finale è un appello all’azione, un invito a credere nel potenziale delle montagne e a perseguire percorsi di sviluppo condivisi e inclusivi.

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