lunedì 18 Agosto 2025
20.3 C
Torino

Arquata Scrivia: la giustizia per le vittime del Morandi non può prescindere

Il peso di un’attesa, un desiderio di giustizia che si protrae.

Il 14 agosto 2018, una data scolpita nel dolore, un evento traumatico che ha lacerato il tessuto sociale e lasciato ferite profonde nel cuore di Arquata Scrivia e oltre.
Alberto Basso, sindaco di quella comunità, esprime con profonda commozione l’auspicio che la verità emerga, che le responsabilità siano chiarite e che il senso di ingiustizia che ancora permea l’aria possa trovare, almeno parzialmente, una sua redenzione.
La prescrizione non deve offuscare la necessità di un’indagine rigorosa e completa.

Il Comune si dichiara al fianco del Comitato dei Familiari delle Vittime, un baluardo di memoria e un costante richiamo alla verità.
La tragedia del ponte Morandi ha strappato via vite spezzate, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro famiglie e nelle comunità che li hanno conosciuti.
Tra le vittime, Alessandro Robotti e Giovanna Bottaro, una coppia che aveva scelto Arquata come luogo di vita per lungo tempo, prima di trasferirsi a Serravalle Scrivia, portando con sé il loro fedele cane, Minnie.

La loro storia, come quella di molte altre, incarna la fragilità dell’esistenza e l’imprevedibilità del destino.
L’immagine condivisa dalla sorella di Giovanna, Valentina, sui social media, un cuore spezzato a testimonianza di un dolore indicibile, è un monito per tutti.
La tragica scomparsa di Marta Danisi, giovane infermiera originaria di Sant’Agata di Militello (Messina), assunta dall’azienda ospedaliera di Alessandria appena un anno prima della catastrofe, aggiunge un ulteriore tassello al mosaico del dolore.

Marta, con il suo impegno professionale e la sua umanità, rappresentava la speranza e il futuro.
Il suo viaggio, interrotto prematuramente, la portava in auto con il fidanzato, Alberto Fanfani, condividendo un destino crudele.
Questa tragedia, più di un semplice crollo strutturale, rivela una profonda riflessione sulla responsabilità collettiva, sulla gestione del rischio e sulla necessità di garantire la sicurezza pubblica.
Dietro ogni vittima, si cela una storia di progetti interrotti, di sogni infranti, di affetti perduti.
La giustizia, per quanto possa essere imperfetta, è l’unica forma di riconoscimento per chi ha pagato un prezzo così alto con la propria vita.
È imperativo che le istituzioni e la società nel suo complesso si impegnino a evitare che simili tragedie si ripetano, onorando la memoria delle vittime attraverso azioni concrete e un rinnovato senso di responsabilità.

Il silenzio non è un’opzione.

La verità è un dovere.

Author:

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -