mercoledì 23 Luglio 2025
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Astigiano, scoperta coltivazione indoor di cannabis: sequestro e arresto.

Nel cuore del territorio astigiano, un’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Bra ha portato alla luce una sofisticata coltivazione indoor di cannabis, un’attività criminale radicata in un antico cascinale di Vigliano d’Asti.
L’intervento, sviluppatosi nell’ambito delle indagini connesse all’operazione “Djali”, ha svelato un’infrastruttura complessa e ben organizzata, impiantata in una struttura rurale apparentemente innocua.
La portata della produzione era considerevole: 762 piante di cannabis, a vari stadi di sviluppo, testimoniano un impegno costante e una pianificazione accurata.

A queste si aggiungono 65 chilogrammi di infiorescenze già essiccate, pronte per essere confezionate e immesse nel mercato illecito, rappresentando un potenziale ingente profitto per i responsabili.
L’impianto non si limitava a una semplice coltivazione.

Al contrario, si trattava di un’operazione tecnologicamente avanzata, con un sistema integrato di aerazione forzata, illuminazione artificiale e irrigazione automatizzata.
Questi elementi, oltre a ottimizzare la crescita delle piante, garantivano un ambiente controllato, minimizzando il rischio di rilevamento e massimizzando la resa.
La presenza di materiali specifici per il confezionamento, inoltre, suggerisce un’organizzazione capillare e un’intenzione di commercializzazione su larga scala.
L’arresto in flagranza di reato di un uomo di origine albanese, presumibilmente incaricato della sorveglianza della coltivazione clandestina, conferma il coinvolgimento di una rete criminale strutturata.
Il suo ruolo, seppur apparentemente marginale, rivela la complessità dell’organizzazione e la necessità di ulteriori approfondimenti per identificare tutti i responsabili e smantellare la catena di approvvigionamento e distribuzione.
Questo sequestro, con la sua notevole quantità di sostanza stupefacente, sottolinea l’adattabilità e la capacità di evoluzione delle organizzazioni criminali, che sfruttano le peculiarità del territorio e le tecnologie disponibili per eludere i controlli e perpetrare attività illecite.
L’operazione evidenzia la costante necessità di una vigilanza attenta e di strategie investigative innovative per contrastare efficacemente il traffico di droga e tutelare la sicurezza pubblica.

La localizzazione “a chilometro zero”, nel cuore di una comunità rurale, aggiunge una dimensione particolarmente preoccupante, sollevando interrogativi sulla possibile infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale e sull’importanza di promuovere la consapevolezza e la collaborazione tra forze dell’ordine e cittadini.

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