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venerdì 24 Ottobre 2025

Biellese: Imprenditore smaltisce rifiuti alimentari in riserva naturale

Un’inquietante vicenda di dissesto ambientale e problematiche socio-economiche si è dipanata nel Biellese, culminando nella denuncia di un imprenditore agricolo sessantaduenne.
L’uomo, residente nella zona, è accusato di aver sottratto sistematicamente scarti alimentari da diversi supermercati, per poi abbandonarli illegalmente all’interno della Riserva Naturale Spina Verde di Mongrando.
L’accusa è duplice: furto aggravato e, soprattutto, abbandono di rifiuti speciali, in questo caso alimentari, un reato con pesanti implicazioni ecologiche e giuridiche.

L’indagine, avviata a seguito della scoperta di considerevoli quantità di prodotti scaduti – latticini, pane, frutta – all’interno della riserva, ha svelato un quadro preoccupante.
La combinazione di indizi, tra cui l’analisi delle etichette dei prodotti, le registrazioni delle telecamere di sorveglianza dei supermercati e le immagini catturate da fototrappole, ha permesso ai Carabinieri Forestali di Sordevolo e ai Carabinieri di Mongrando di identificare l’autore materiale delle azioni illecite.
Le riprese video mostrano chiaramente l’imprenditore che si appropria degli scarti alimentari dai cassonetti destinati allo smaltimento, nell’area di carico e scarico dei supermercati.

Successivamente, le fototrappole lo immortalano mentre utilizza un trattore e un rimorchio di sua proprietà per trasportare e scaricare illegalmente i rifiuti all’interno della riserva naturale.
L’azione dell’uomo non solo costituisce un reato contro il patrimonio dei supermercati, ma solleva interrogativi più ampi.

L’abbandono di rifiuti alimentari in un’area protetta compromette la biodiversità, contamina il suolo e l’acqua, e altera l’equilibrio ecologico fragile di un ecosistema prezioso.

La scelta di una riserva naturale, paradossalmente un luogo dedicato alla tutela della natura, suggerisce un’assoluta mancanza di consapevolezza delle conseguenze ambientali delle proprie azioni.

Oltre alle conseguenze legali, che prevedono la denuncia e le sanzioni pecuniarie, l’imprenditore dovrà affrontare il ritiro della patente di guida e il sequestro preventivo del trattore e del rimorchio, misure adottate ai sensi del Codice della Strada per aver utilizzato mezzi agricoli in attività illecite.

Queste azioni mirano a impedire la prosecuzione del reato e a garantire che l’uomo non possa reiterare comportamenti dannosi per l’ambiente.

La vicenda, pur nella sua specificità, può essere interpretata come un sintomo di più ampie problematiche, come la difficoltà di gestire gli scarti alimentari a livello industriale e la necessità di promuovere una maggiore consapevolezza ambientale nella comunità.
Richiede una riflessione collettiva su modelli di consumo, gestione dei rifiuti e rispetto del territorio, elementi imprescindibili per un futuro sostenibile.
La vicenda evidenzia, inoltre, la necessità di rafforzare i controlli e di implementare strategie innovative per la prevenzione e la repressione dei reati ambientali, garantendo al contempo un sostegno concreto alle fasce più vulnerabili della popolazione, per evitare che la disperazione economica possa spingere a comportamenti illegali e dannosi per l’ambiente.

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