L’irruzione di un fronte perturbato ha imposto una temporanea sospensione dell’accesso al Buco di Viso, un’infrastruttura storica incastonata nel cuore del Parco Naturale del Ristolas-Montviso, al confine tra Italia e Francia.
L’abbondante nevicata, con precipitazioni a quote elevate, ha determinato la decisione del parco, in collaborazione con l’ente gestore del Monviso, di sigillare l’ingresso con una robusta porta in acciaio, introdotta di recente per garantire la protezione delle strutture interne.
Il Buco di Viso, un imponente tunnel scavato nella roccia, rappresenta un’eccezionale testimonianza del genio ingegneristico del XV secolo.
Originariamente commissionato dal Marchesato di Saluzzo nel 1482, il traforo non nacque per scopi turistici, ma come arteria commerciale cruciale per il collegamento tra la Valle di Po e la Francia, aggirando le impervie vette delle Alpi Cozie.
La sua costruzione, seppur ardua, permise il transito di merci e persone, stimolando lo sviluppo economico e culturale delle due regioni.
La sua rilevanza storica va oltre la semplice funzionalità di via di comunicazione.
Il progetto, sebbene attribuito a vari ingegneri e maestri scalpellini, rivela una profonda conoscenza della geologia montana e delle tecniche di scavo dell’epoca, adattando la costruzione alle caratteristiche del terreno e sfruttando le risorse locali.
La sua realizzazione, per l’epoca, costituì una sfida tecnologica e logistica di notevole portata, richiedendo un’organizzazione complessa e una manodopera specializzata.
Oggi, il Buco di Viso è una meta ambita da escursionisti e appassionati di storia provenienti da tutto il mondo.
La sua apertura rappresenta un’occasione unica per immergersi in un paesaggio alpino mozzafiato e per ripercorrere le orme di coloro che, secoli fa, lo hanno reso possibile.
La chiusura temporanea, necessaria per prevenire danni strutturali dovuti all’accumulo di neve e al rischio di crolli, sottolinea l’importanza della conservazione di questo bene culturale e naturale di inestimabile valore.
Si prevede la riapertura in primavera, quando le condizioni meteorologiche lo permetteranno, consentendo nuovamente a visitatori e studiosi di apprezzare la sua bellezza e la sua storia millenaria.
La porta in acciaio, pur rappresentando una modifica visiva, è funzionale alla salvaguardia di un patrimonio che appartiene a tutta l’Europa.