La lotta al cancro femminile si configura come una sfida complessa, che trascende la mera cura e abbraccia un approccio olistico basato sulla prevenzione, la ricerca innovativa e l’equità nell’accesso alle cure.
L’impegno congiunto di istituzioni, fondazioni e singoli cittadini rappresenta un tassello cruciale per affrontare questa emergenza sanitaria e socio-economica.
Il costo annuale del cancro in Italia, stimato in circa 16 miliardi di euro – pari al 14% della spesa sanitaria nazionale – testimonia l’impatto devastante di queste patologie, non solo in termini di vite perdute ma anche di risorse economiche dissipate.
Un quadro allarmante che sottolinea l’urgenza di investire in strategie di prevenzione efficaci.
Un elemento chiave è la “prevenzione primaria”, che interviene sui fattori di rischio modificabili attraverso l’adozione di stili di vita salutari.
Si stima che fino al 50% delle neoplasie femminili potrebbero essere evitate semplicemente ottimizzando l’alimentazione, promuovendo l’attività fisica regolare, evitando il fumo e limitando l’esposizione a fattori ambientali nocivi.
La consapevolezza dell’importanza di questi comportamenti rappresenta il primo passo per una reale prevenzione.
Parallelamente, la “prevenzione secondaria” assume un ruolo determinante: si tratta della diagnosi precoce, resa possibile grazie a screening mirati e a una cultura della prevenzione diffusa.
In Piemonte, ad esempio, sono stati eseguiti oltre 180.000 esami mammografici, 150.000 test HPV e più di 170.000 test per il cancro del colon-retto, dimostrando un impegno concreto a livello regionale.
Questi numeri, tuttavia, devono essere costantemente monitorati e ampliati per garantire una copertura sempre più ampia della popolazione.
La ricerca scientifica costituisce l’asse portante per lo sviluppo di terapie innovative e per una migliore comprensione dei meccanismi alla base della patogenesi tumorale.
L’iniziativa di Fondazione Marazzato, con il sostegno alla ricerca della Fondazione Umberto Veronesi, attraverso una raccolta fondi che ha superato i 35.000 euro, è un esempio virtuoso di come il coinvolgimento della comunità possa contribuire significativamente al progresso della scienza.
La borsa di ricerca così finanziata si concentrerà sullo studio specifico dei tumori femminili, con l’obiettivo di identificare nuovi bersagli terapeutici e di sviluppare approcci diagnostici sempre più precisi.
È cruciale sottolineare come l’aumento dell’incidenza globale dei tumori al seno, stimato in un incremento annuo del 2%, sia accompagnato da una tendenza alla diminuzione della mortalità.
Questo risultato positivo è attribuibile all’implementazione di programmi di screening, ai progressi nella terapia e alla maggiore sensibilizzazione del pubblico.
Tuttavia, persistono sfide significative, come la necessità di ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure e di migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici.
La prevenzione, quindi, non è solo una questione di salute pubblica, ma anche un investimento nel futuro del nostro sistema sanitario, capace di alleviare il carico assistenziale, ridurre le liste di attesa e migliorare la sostenibilità del welfare state.
Un impegno che richiede la collaborazione di tutti gli attori coinvolti: istituzioni, professionisti sanitari, ricercatori, associazioni di pazienti e, soprattutto, ogni singolo cittadino.