domenica 21 Settembre 2025
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Catena Umana in Appennino: No all’Eolico, un Messaggio di Protesta

Un’azione simbolica di forte impatto ha segnato oggi il crinale appenninico al confine tra Piemonte e Liguria, tra le cime del Giarolo e del Gropà, nell’Alessandrino.
Più di duecento persone, superando ogni previsione di affluenza, si sono unite per esprimere il loro dissenso verso il progetto di un impianto eolico industriale denominato “Monte Giarolo”, destinato ad insediarsi nelle valli del Borbera, Curone e Staffora.
L’azione, promossa dal Forum Sentieri Vivi 4P, ha assunto la forma di una suggestiva catena umana, lunga ben 209 metri, estendendosi lungo il sentiero numero 200.

La scelta di questa lunghezza non è casuale: corrisponde esattamente all’altezza di ciascuno dei venti aerogeneratori previsti dal progetto.

L’iniziativa va ben oltre una semplice protesta; è una rappresentazione tangibile delle conseguenze di una transizione energetica mal concepita.
Il Forum Sentieri Vivi 4P intende evidenziare come progetti di questa portata, pur presentati come soluzioni per un futuro sostenibile, rischino di compromettere la bellezza paesaggistica, la biodiversità e il patrimonio culturale dell’Appennino alessandrino.
L’imponente presenza di persone, unite in una catena umana che si stagliava contro il panorama montano, vuole essere un monito per le istituzioni.
A distanza di due anni dall’avvio del progetto, questi permangono in una sospensione burocratica, in attesa di una valutazione ministeriale che molti ritengono eccessivamente lenta e poco attenta alle sensibilità locali.
La protesta sottolinea la necessità di una transizione ecologica che sia realmente equa, che tuteli il bene comune e che ponga al centro il rispetto dell’ambiente e delle comunità che lo abitano.
Un modello di sviluppo energetico che non possa prescindere da una profonda riflessione sulle implicazioni ambientali, sociali ed economiche, promuovendo soluzioni innovative e condivise, in grado di coniugare la necessità di energia pulita con la salvaguardia del territorio e della sua identità.
L’azione di oggi è un chiaro messaggio: la transizione ecologica non può essere un’imposizione dall’alto, ma un processo partecipato e consapevole.

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