L’esperienza ospedaliera, per bambini e famiglie, rappresenta spesso un momento di fragilità e incertezza.
Per rispondere a questa necessità di supporto emotivo e pratico, l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino ha implementato “Ciao – Comunicazione Inclusiva Aumentativa in Ospedale”, un’iniziativa pilota volta a ridefinire il rapporto tra operatori sanitari, piccoli pazienti e i loro cari, con un focus particolare sulla facilitazione della comunicazione per chi presenta bisogni comunicativi complessi.
Il progetto, frutto di una sinergia tra Fondazione Time2, Dear Onlus e la struttura ospedaliera, si configura come un’evoluzione del concetto di umanizzazione delle cure, riconoscendo che l’efficacia del trattamento medico è indissolubilmente legata alla capacità di creare un ambiente accogliente e rispettoso delle individualità.
L’approccio non si limita all’assistenza medica, ma si estende alla dimensione relazionale, alla comprensione delle paure e delle aspettative, e alla promozione di un senso di controllo sulla situazione, spesso percepita come incontrollabile.
Un elemento distintivo del progetto “Ciao” è l’adozione di un linguaggio visivo deliberatamente inclusivo.
Dear Onlus ha realizzato un ricco corpus di icone e illustrazioni “gender free”, che trascendono i tradizionali schemi rappresentativi, promuovendo un’immagine della persona libera da stereotipi di genere e culturalmente neutra.
In un contesto ospedaliero, che accoglie bambini e famiglie provenienti da contesti etnici e culturali diversi, questa scelta mira a garantire pari accesso all’informazione e a favorire un clima di accettazione e valorizzazione delle diversità.
Non si tratta solo di una questione estetica, ma di un atto di equità che riconosce la dignità di ogni individuo.
L’iniziativa ha impattato direttamente su quattro reparti dell’ospedale, dotandoli di strumenti di comunicazione innovativi: guide illustrate che semplificano il percorso di cura, cartelli intuitivi che facilitano l’orientamento negli spazi, e mappe visive che rendono comprensibile la disposizione delle strutture.
Questi supporti visivi non solo riducono l’ansia legata all’ignoto, ma permettono anche una partecipazione più attiva da parte dei bambini e delle loro famiglie nel processo decisionale relativo alla cura.
Come sottolinea Franca Fagioli, direttrice del Dipartimento Patologia e Cura del Bambino, “l’obiettivo è fornire un supporto olistico, che tenga conto non solo degli aspetti medici, ma anche delle esigenze emotive e relazionali dei piccoli pazienti e dei loro familiari”.
Il progetto “Ciao” si inserisce in una visione più ampia di assistenza sanitaria, che pone l’accento sulla persona nella sua interezza, riconoscendo che la guarigione è un processo che coinvolge corpo, mente e spirito.
L’iniziativa rappresenta un passo importante verso la costruzione di un ambiente ospedaliero più umano, accogliente e inclusivo, dove ogni bambino e la sua famiglia si sentano ascoltati, compresi e supportati nel percorso di cura.






