A Torino, nel contesto della mostra “Carol Rama – Geniale Sregolatezza” presso la Fondazione Accorsi Ometto, si è conclusa un’indagine complessa che ha portato alla luce un’operazione di contraffazione artistica di notevole portata.
Il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, guidato dal maggiore Ferdinando Angeletti, ha svelato una rete di falsificazione che ha prodotto oltre 250 opere contraffatte attribuite a Carol Rama, figura chiave dell’arte torinese e riconosciuta a livello internazionale.
L’operazione, denominata “Olga” e coordinata dalla Procura, si è sviluppata a seguito di crescenti sospetti sollevati dall’impennata dei prezzi delle opere di Rama sul mercato antiquario.
Questa anomalia finanziaria aveva destato l’attenzione dell’Archivio Carol Rama, un istituto fondamentale per la conservazione e la ricerca sulla produzione dell’artista.
La direttrice del Laboratorio del falso di Roma Tre, Giuliana Calcani, ha partecipato all’incontro illustrativo, offrendo una prospettiva specialistica sulla natura della contraffazione.
Altri partecipanti includevano Luca Mana, direttore della Fondazione Accorsi Ometto, e Michele Carpano, presidente dell’Archivio Carol Rama, sottolineando l’impegno congiunto delle istituzioni coinvolte.
L’irruzione nell’abitazione del falsario ha rivelato un vero e proprio laboratorio di contraffazione, completo di materiali d’epoca accuratamente selezionati per simulare l’invecchiamento delle opere, tra cui carta ingiallita, pastelli, pennarelli e altri strumenti essenziali.
L’abilità del contraffattore non si è limitata a imitare lo stile pittorico di Carol Rama; l’indagine ha inoltre scoperto falsi attribuiti ad Enrico Baj, un altro artista di rilievo nel panorama dell’arte italiana, ampliando lo spettro delle attività illecite.
Gli inquirenti stimano che il giro d’affari illecito potesse superare i 350.000 euro, attraverso canali di vendita come aste e mercatini antiquariali.
Il tribunale di Torino ha emesso una sentenza di condanna a un anno e quattro mesi di reclusione per il falsario, disponendo anche la confisca delle opere contraffatte.
L’Archivio Carol Rama, costituito parte civile nel processo, ha ottenuto il riconoscimento del danno d’immagine e il diritto a un risarcimento.
Un elemento cruciale dell’operazione è stata la devoluzione delle opere false al “Laboratorio del falso” dell’Università Roma Tre, un centro di ricerca istituito in collaborazione con i Carabinieri del TPC.
Questa decisione strategica trasforma un atto criminale in un’opportunità formativa e scientifica, promuovendo la didattica avanzata e la ricerca nel campo della contraffazione artistica.
Le opere false saranno utilizzate per studiare le tecniche impiegate, contribuendo a sviluppare metodologie più efficaci per l’identificazione di falsi e per la protezione del patrimonio culturale.
L’operazione “Olga” rappresenta un esempio significativo di come l’azione di tutela del patrimonio artistico possa integrarsi con l’innovazione didattica e la ricerca scientifica.