sabato 26 Luglio 2025
26.1 C
Rome

Crisi abitativa in Piemonte: imprese a rischio e talenti in fuga.

Un’ombra crescente si allunga sul tessuto produttivo piemontese, rivelata dall’ultimo rapporto del Centro Studi di Confindustria Cuneo: non si tratta solo di un “problema casa” generalizzato, ma di una vera e propria criticità emergente che incide direttamente sulla competitività e la sostenibilità delle imprese.
L’indagine, che ha coinvolto un campione rappresentativo di circa 300 aziende locali, mette in luce come la difficoltà di accesso e la precarietà delle soluzioni abitative per i dipendenti stiano configurandosi come un elemento di frizione significativo.

Circa il 13,8% delle imprese interpellate denuncia apertamente disagi abitativi tra i propri collaboratori, un dato che va ben oltre una semplice anomalia statistica e che suggerisce una crescente difficoltà per i lavoratori a conciliare vita professionale e privata.

Ancora più preoccupante è l’impatto diretto che questa situazione ha sui fabbisogni occupazionali, con l’11,6% delle aziende che evidenzia come la carenza di alloggi influenzi negativamente la capacità di attrarre e trattenere talenti.
Questo fenomeno si manifesta con un aumento dei costi legati alla ricerca di personale, una diminuzione della produttività dovuta a spostamenti prolungati e una maggiore incertezza nella pianificazione del lavoro.
La risposta delle imprese, però, appare finora limitata: solo una minoranza (3,6%) ha intrapreso o valutato iniziative mirate, spesso in collaborazione con enti locali o istituzioni finanziarie, per supportare i propri dipendenti nella ricerca di alloggi.
Questo dato evidenzia una lacuna nella consapevolezza e nell’azione, suggerendo la necessità di un approccio più proattivo e collaborativo per affrontare la sfida.

L’analisi congiunturale dipinge poi un quadro contrastante.

Il settore manifatturiero, storicamente trainante per l’economia cuneese, segnala un cambiamento di prospettiva: il saldo tra ottimisti e pessimisti si inverte, passando da un valore positivo del 5,6% a un negativo -1,3%.

Questo segnale di rallentamento, pur non drammatico, richiede un’attenta monitoraggio e l’adozione di misure di supporto mirate.
Nonostante ciò, la tenuta dell’occupazione rappresenta un elemento di resilienza: la percentuale di imprese che prevede un aumento degli organici (11%) rimane superiore a quella che prospetta una riduzione (7,1%), indicando una fiducia di fondo nella ripresa.

Al contrario, il settore dei servizi mostra un andamento decisamente più vigoroso, con un consolidamento che si manifesta in un significativo aumento del saldo sull’attività (22,5% da 9,1%) e sui nuovi ordini (15,5%, un incremento di 13,2 punti).

Questo dinamismo si riflette anche sulla stabilità dei livelli occupazionali, con un saldo positivo del 12,7% (da 9,1%), e sull’azzeramento del ricorso alla cassa integrazione, a testimonianza di una maggiore sicurezza e capacità di assorbimento del lavoro.
La propensione all’investimento si rafforza, preannunciando un ciclo di crescita sostenibile.

In sintesi, l’indagine mette in luce una complessa interazione di fattori che influenzano l’andamento dell’economia locale.

La sfida abitativa si configura come un nodo cruciale, capace di condizionare la competitività delle imprese e la qualità della vita dei lavoratori.
Affrontare questa problematica con politiche innovative e un approccio collaborativo tra pubblico e privato diviene imperativo per garantire un futuro prospero e inclusivo per il territorio.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -