Crisi idrica in montagna: allevatori al limite, serve aiuto.

0
1

La crescente emergenza idrica che attanaglia le zone montane cuneesi sta mettendo a dura prova l’attività degli allevatori alpini, spingendo Confagricoltura Cuneo a sollecitare un urgente tavolo di confronto con la Regione Piemonte e le associazioni di categoria.
La problematica, lungi dall’essere un episodio isolato, rappresenta una criticità strutturale che si acuisce con l’intensificarsi degli eventi climatici estremi.
I margari, custodi di un patrimonio zootecnico e paesaggistico inestimabile, si trovano di fronte a una scelta dolorosa: mantenere le mandrie in quota, con il rischio di compromettere il benessere animale e la sostenibilità delle aziende, o anticipare la discesa a valle, sacrificando l’accesso a benefici economici fondamentali previsti dalla Politica Agricola Comune (PAC) e dagli aiuti legati alla Corporate Social Responsibility (CSR).
La gravità della situazione è acuita dalla combinazione di diversi fattori.

Le temperature elevate, che hanno caratterizzato l’inizio dell’estate, hanno determinato una rapida essiccazione dei pascoli, riducendo drasticamente la disponibilità di foraggio.
In alcune aree, la scarsità non si limita al foraggio, ma riguarda anche l’acqua, risorsa vitale per il bestiame.
Questa carenza idrica non solo compromette la produzione lattiero-casearia, ma mette a rischio la salute e l’integrità fisica degli animali, esponendoli a stress, indebolimento e infortuni.

Confagricoltura Cuneo, nel rappresentare le istanze dei propri associati, ritiene imprescindibile l’introduzione di un quadro normativo flessibile che riconosca la condizione di “forza maggiore” in questi contesti specifici.

Tale provvedimento permetterebbe agli allevatori di procedere con la demonticazione anticipata, alleggerendo le conseguenze economiche derivanti dalla perdita dei finanziamenti PAC e CSR.

L’associazione sottolinea che la permanenza forzata in quota, in queste condizioni, non è più sostenibile né eticamente accettabile.
Il benessere animale, principio cardine della produzione zootecnica moderna, viene gravemente compromesso dalla necessità di mantenere il bestiame in aree prive delle risorse necessarie per la sua sopravvivenza e la sua crescita.

Il Presidente Enrico Allasia evidenzia come la crisi idrica stia colpendo duramente gli imprenditori agricoli montani, mettendo a repentaglio la loro attività e il futuro del settore.

Si tratta di un problema complesso che richiede un approccio integrato, che tenga conto non solo degli aspetti economici, ma anche di quelli ambientali e sociali, promuovendo pratiche agricole sostenibili e favorendo l’innovazione tecnologica per la gestione efficiente delle risorse idriche.
La resilienza delle comunità montane dipende anche dalla capacità di adattamento di questi operatori, e un supporto tempestivo e mirato da parte delle istituzioni è fondamentale per garantire la continuità di un’attività che rappresenta un pilastro dell’identità e del paesaggio alpino.

Author:

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here