La viticoltura piemontese, pilastro dell’economia regionale e custode di un patrimonio culturale inestimabile, si trova ad affrontare una fase di profonda crisi che richiede un intervento immediato e strutturale. La Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) ha lanciato un appello urgente alla Regione Piemonte, sollecitando la convocazione di una vera e propria assemblea plenaria, gli “Stati Generali del Vino”, per affrontare le problematiche emergenti e delineare una strategia di rilancio condivisa.L’allarme, sollevato durante un incontro presso la sede Cia di Castelnuovo Calcea, riflette una situazione di crescente disagio. Non si tratta di una difficoltà transitoria, ma di una crisi sistemica che mette a rischio la tenuta stessa del settore. Le eccedenze di magazzino, già consistenti – stimabili in oltre 55.000 ettolitri per varietà come Barbera, Cortese e Dolcetto – sono solo la punta dell’iceberg. Dietro questo dato emergono dinamiche complesse, frutto di una combinazione di fattori economici, ambientali e geopolitici che richiedono un’analisi approfondita e soluzioni innovative.Il problema non è semplicemente legato a una carenza di domanda interna o estera. L’evoluzione dei consumi, con una crescente attenzione alla salute e alla sostenibilità, ha imposto una ridefinizione dei modelli di produzione e di commercializzazione. La competizione internazionale, sempre più agguerrita, richiede un costante investimento in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e promozione del Made in Italy. Inoltre, le oscillazioni climatiche e gli eventi estremi, sempre più frequenti, mettono a rischio la resa delle colture e la qualità dei prodotti.Franco Piana, vicedirettore Cia Alessandria-Asti, ha evidenziato la necessità di un approccio duale: decisioni operative rapide per gestire le eccedenze attuali, e allo stesso tempo, una visione strategica di lungo periodo. Tra le proposte avanzate figura l’opportunità di una moratoria sugli nuovi impianti viticoli, bilanciata con misure di sostegno per i giovani agricoltori, incentivandone l’ingresso nel settore con progetti innovativi e sostenibili. È imperativo, inoltre, adottare un’intelligenza di mercato proattiva, anticipando i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori e adeguando l’offerta di conseguenza.La comunicazione assume un ruolo cruciale. Il vino italiano, in particolare quello piemontese, è oggetto di narrazioni distorte e ingiuste che ne danneggiano l’immagine e la credibilità. È fondamentale contrastare queste campagne denigratorie con una narrazione positiva e autentica, che valorizzi la storia, la tradizione, la passione e l’impegno dei viticoltori.Il presidente regionale di Cia Piemonte, Gabriele Carenini, ha annunciato che le proposte della Cia saranno presentate al Tavolo Verde della Regione Piemonte il 30 giugno. L’auspicio è che questo momento possa rappresentare una svolta, un punto di partenza per un dialogo costruttivo e inclusivo che coinvolga tutti gli attori chiave del settore: produttori, consorzi, cooperative, distributori, istituzioni politiche e scientifiche. L’ora è quella dell’azione, prima che la crisi diventi irreversibile e comprometta il futuro di un’eccellenza italiana. Si tratta di tracciare insieme un nuovo paradigma di sviluppo, fondato sulla sostenibilità, l’innovazione e la valorizzazione del territorio.
Crisi Vitivinicola Piemontese: Appello Urgente per gli Stati Generali del Vino
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