martedì 14 Ottobre 2025
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Cuneo, emergenza cinghiali: 30.000 abbattuti, rischio zero peste suina.

La gestione della popolazione di cinghiali nella provincia di Cuneo rappresenta una sfida complessa, intrecciando dinamiche faunistiche, rischi sanitari e implicazioni socio-economiche per il settore zootecnico.

Dal 2022 ad oggi, l’impegno profuso nell’attività di contenimento della peste suina ha portato all’abbattimento di circa 30.000 capi, un numero che riflette l’intensità del problema e le strategie messe in campo.
Il Nucleo Faunistico Ambientale provinciale ha giocato un ruolo cruciale, assumendosi direttamente la responsabilità di eliminare oltre 7.500 esemplari, circa il 25% del totale.

I dati relativi al 2024 mostrano un’accelerazione nel ritmo degli abbattimenti, con una progressione significativa rispetto ai mesi precedenti, indicando un rafforzamento delle operazioni di controllo.
L’aumento della popolazione di cinghiali, e quindi della pressione sui sistemi di prevenzione, è stato riconosciuto dal Presidente della Provincia, Luca Robaldo, che lo attribuisce principalmente all’incremento delle risorse dedicate alla polizia faunistica, un segnale di un approccio più proattivo nella gestione del problema.
La distribuzione geografica della popolazione di cinghiali è un elemento chiave per comprendere la situazione.

La provincia è suddivisa in zone a rischio, con 5 comuni classificati in zona II e 26 in zona I, un sistema di classificazione che riflette il livello di rischio di contagio.
La buona notizia è che, ad oggi, non si sono registrate positività alla peste suina, un risultato che, secondo il dirigente provinciale Alessandro Risso, è attribuibile alla relativa distanza tra le aree densamente popolate di cinghiali e gli allevamenti.
L’area del distretto suinicolo, peraltro, mostra una densità di selvatici relativamente bassa, mentre la zona di confine con l’Astigiano, dove si concentra la popolazione di cinghiali, è oggetto di interventi mirati.

Parallelamente alle attività di controllo della popolazione di cinghiali, un’attenzione significativa è rivolta alla prevenzione dell’introduzione della peste suina negli allevamenti.
I dati dell’Asl Cn1 evidenziano un miglioramento nella conformità degli allevamenti ai requisiti di biosicurezza, con una riduzione dal 32% nel 2023 al 13% attuale.
Questa diminuzione testimonia l’efficacia delle misure preventive e del lavoro svolto per migliorare gli standard di sicurezza.
Il commissario regionale per l’emergenza Psa, Giorgio Sapino, sottolinea con forza che il rischio primario non è rappresentato dai cinghiali come vettori diretti della malattia, bensì dalle pratiche interne agli allevamenti.
L’appello è quindi rivolto a tutti gli operatori del settore, invitandoli a mantenere la massima vigilanza e ad adottare rigorose misure di igiene e sicurezza per prevenire la diffusione della malattia.

La sfida continua a richiedere un approccio integrato, che combini azioni di controllo della popolazione di cinghiali, miglioramento degli standard di biosicurezza negli allevamenti e monitoraggio costante della situazione epidemiologica, al fine di proteggere il patrimonio zootecnico e la salute pubblica.

La collaborazione tra enti provinciali, aziende sanitarie e operatori del settore si rivela fondamentale per affrontare questa problematica complessa e garantire la sostenibilità del settore suinicolo cuneese.

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