Un’onda di mobilitazione ha attraversato Cuneo nel pomeriggio, concentrandosi in Piazza Audiffredi, di fronte al Palazzo Comunale, in una manifestazione che ha espresso una profonda preoccupazione per l’emergenza umanitaria a Gaza e una critica radicale alle politiche internazionali che la alimentano.
La protesta, a cui hanno aderito numerose persone, si è svolta in concomitanza con lo sciopero nazionale indetto dalla CGIL, ampliando il suo significato a un atto di dissenso più ampio che coinvolge diverse istanze sociali.
L’iniziativa, promossa congiuntamente dal sindacato, dalla Rete Pace e Disarmo, dalla Comunità Islamica e dal Comitato Vivere la Costituzione, non si è limitata a una richiesta di cessate il fuoco immediato.
La richiesta ha assunto una dimensione più strutturale, esigendo una revisione profonda degli accordi commerciali e militari che legano l’Italia a Israele, giudicati complici di un conflitto che si protrae da decenni e che ha causato incommensurabili sofferenze alla popolazione civile palestinese.
L’urgenza di un’azione concreta si è manifestata anche attraverso la richiesta formale di riconoscimento dello Stato di Palestina.
Questo gesto simbolico, ma di cruciale importanza, rappresenta un passo fondamentale verso la costruzione di una soluzione politica duratura e equa, che tenga conto delle legittime aspirazioni del popolo palestinese all’autodeterminazione e alla sovranità.
Si tratta di affermare un diritto fondamentale sancito dal diritto internazionale e spesso ignorato dalle dinamiche geopolitiche attuali.
La manifestazione a Cuneo è stata quindi un’espressione di profonda inquietudine per le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale che caratterizzano il conflitto israelo-palestinese.
Ha rappresentato un appello alla comunità internazionale affinché si assuma la responsabilità di promuovere un dialogo pacifico e costruttivo, basato sul rispetto dei diritti fondamentali e sulla giustizia per tutte le parti coinvolte.
L’azione, radicata nei principi costituzionali di pace, solidarietà e giustizia sociale, si configura come un atto di cittadinanza attiva e responsabile, volto a contribuire alla costruzione di un mondo più giusto e pacifico.