Un’ombra di paura si è abbattuta su Cuneo, con l’arresto di un giovane di 22 anni, residente in città, accusato di una serie di rapine violente che hanno insidiato la tranquillità dei quartieri centrali.
La vicenda, che ha scosso la comunità, si dipana attraverso tre episodi distinti, tutti caratterizzati da un’escalation di violenza e un’audace spregiudicatezza.
Il primo atto di questa sequenza criminale risale alla fine di agosto, quando un diciottenne, ignaro del pericolo, si ritrovò vittima di un’aggressione in pieno centro.
Reduce da una celebrazione di compleanno, il giovane era a piedi di casa quando un individuo, armato di un coltello di dimensioni notevoli, lo affrontò con una rapina brutale.
L’aggressore non si limitò a sottrarre beni di valore, come una catenina e un orologio di marca, ma inflisse anche una profonda intimidazione, impartendo un ordine perentorio: il silenzio assoluto.
La paura si diffuse rapidamente quando la vittima, lungo il percorso, incontrò un coetaneo che aveva subito un’esperienza simile.
La conferma che la stessa mano criminale agiva nell’area creò un clima di crescente allarme.
Entrambi i giovani, traumatizzati dall’esperienza, si trovarono a condividere la stessa angoscia: l’impunità del malvivente.
Pochi giorni dopo, l’ondata di violenza si intensificò con una terza rapina, questa volta ai danni di un minorenne.
Il giovane, in compagnia di amici, fu privato del suo denaro, del suo smartphone e di una catenina d’oro.
L’aggressione, questa volta, si protrasse con calci e pugni, culminando in una minaccia particolarmente inquietante: un ordine di estorsione, volto a spingere la vittima a depredare la propria abitazione, sotto la costante minaccia di un’aggressione mortale rivolta ai suoi amici.
La prontezza di spirito del minore, che allertò immediatamente i soccorsi, evitò un ulteriore, potenzialmente tragico, sviluppo degli eventi.
L’azione tempestiva dei Carabinieri, frutto di un’indagine meticolosa e serrata, ha permesso di identificare e arrestare il presunto responsabile.
Le indagini hanno rivelato un quadro preoccupante: l’uomo era già gravato da precedenti penali significativi e aveva subito in passato la misura della sorveglianza speciale, una circostanza che solleva interrogativi sull’efficacia dei sistemi di controllo e sulla necessità di una revisione delle strategie di prevenzione della criminalità.
Il caso, ora, è al vaglio della magistratura, mentre la comunità di Cuneo cerca di metabolizzare l’evento e recuperare un senso di sicurezza perduto.
L’episodio pone l’accento sulla vulnerabilità delle fasce più giovani e sull’importanza di rafforzare la collaborazione tra istituzioni e cittadini per contrastare efficacemente la criminalità e tutelare la convivenza civile.