Questa mattina, lo stabilimento Eni di Robassomero, nel territorio provinciale torinese, è stato teatro di un’esercitazione antiterrorismo e di gestione crisi particolarmente articolata, orchestrata dal Comando Provinciale Carabinieri.
L’iniziativa ha visto la convergenza di risorse e competenze diversificate, testimoniando un approccio integrato volto a ottimizzare la risposta a potenziali minacce complesse.
Oltre ai militari della Compagnia di Venaria Reale, hanno preso parte all’addestramento unità specialistiche provenienti da diversi corpi dell’Arma.
Elemento cruciale è stata la presenza delle Aliquote di Primo Intervento del Nucleo Radiomobile di Torino, pronte a garantire un intervento rapido e mirato.
A supporto, si sono integrate Squadre Operative di Supporto del Primo Reggimento Carabinieri “Piemonte”, mentre l’intervento negoziale è stato supervisionato da specialisti della Sezione Negoziazione e Consulenza Operativa del Gruppo di Intervento Speciale (GIS), fornendo indirizzi strategici e tecniche avanzate di comunicazione di crisi.
L’apporto degli artificieri antisabotaggio, con le loro competenze nella gestione di ordigni esplosivi, e delle unità cinofile, rappresentava un tassello fondamentale per la simulazione di scenari realistici.
Il cuore dell’esercitazione ruotava attorno alla simulazione di un evento ad alto impatto: un individuo armato, infiltratosi all’interno dello stabilimento occultato in un veicolo commerciale, si asserragliava in un’area amministrativa, minacciando la presenza di un ordigno esplosivo.
La complessità dell’evento richiedeva una risposta coordinata, che mettesse alla prova la capacità di adattamento e la resilienza delle forze dell’ordine.
La fase conclusiva ha visto la neutralizzazione del “falso” attentatore, ottenuta attraverso un approccio misto, che ha privilegiato la negoziazione per disinnescare la situazione senza l’uso della forza, sebbene mantenendo un elevato livello di allerta.
Particolarmente significativa è stata la performance delle unità cinofile del Nucleo di Volpiano, il cui cane anti-esplosivo ha localizzato con precisione l’ordigno simulato, permettendo agli artificieri di procedere con le operazioni di disinnesco in totale sicurezza.
L’iniziativa non si limitava alla mera simulazione di un evento, ma mirava a rafforzare la capacità di interazione tra le diverse componenti operative, testando i protocolli d’intervento in un contesto caratterizzato da elevata incertezza.
Attraverso l’analisi delle performance durante l’esercitazione, si intende affinare ulteriormente le procedure operative standard, riducendo i tempi di reazione e ottimizzando l’efficacia complessiva della risposta in caso di emergenza reale, un obiettivo imprescindibile per garantire la sicurezza di infrastrutture strategiche come quelle Eni.
L’esercitazione si inserisce in un più ampio quadro di valutazione continua della prontezza operativa delle forze dell’ordine, richiamando l’importanza di un approccio proattivo nella gestione delle minacce alla sicurezza nazionale.