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giovedì 30 Ottobre 2025

Ferragni, Pandoro e risarcimento: possibile accordo extragiudiziale

La vicenda che coinvolge Chiara Ferragni e le accuse di truffa legate alla commercializzazione dei Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua, sta evolvendo verso una possibile risoluzione extragiudiziale.

Un risarcimento danni, quantificato in circa 500 euro, è attualmente in fase di definizione a favore di una signora di 76 anni, la quale si era costituita parte civile nel procedimento penale che vede l’influencer imputata insieme ad altre due persone.

La decisione della pensionata campana, supportata dagli avvocati Giulia Cenciarelli e Mario di Salvia, di revocare la propria istanza di parte civile alla prossima udienza predibattimentale, fissata per il 4 novembre, suggerisce un accordo in procinto di essere finalizzato.
Questa mossa, apparentemente semplice, solleva interrogativi più ampi riguardo alla strategia difensiva adottata e alla potenziale incidenza su altre parti civili coinvolte.

L’episodio, che ha catturato l’attenzione mediatica, trascende la mera questione economica.
Esso evidenzia una crescente sensibilità da parte dei consumatori nei confronti della trasparenza e dell’effettiva destinazione delle iniziative di beneficenza promosse da figure pubbliche e brand.

La signora, descritta dai suoi legali come una fervente cattolica, ha agito spinta da un’intenzione genuina di contribuire a una causa benefica, successivamente delusa dalla scoperta della disomogeneità tra la promessa e la realtà.
Questa discrepanza ha innescato la decisione di adire la via legale, sottolineando l’importanza di una comunicazione onesta e verificabile nelle campagne di sensibilizzazione.

Il giudice Ilio Mannucci Pacini, presiedendo la terza penale, dovrà ora valutare le istanze di altre parti civili, tra cui due associazioni di consumatori, e procedere all’ammissione dei riti alternativi.
L’ipotesi di un rito abbreviato, con udienze già calendarizzate per il 25 novembre e il 19 dicembre, indica una volontà di accelerare i tempi processuali.
Un verdetto potrebbe arrivare già a gennaio, segnando una tappa cruciale in un caso che ha messo a fuoco dinamiche complesse tra influencer, consumatori e responsabilità aziendale nell’era digitale.
La vicenda non solo mette alla prova il sistema giudiziario italiano, ma anche la fiducia dei consumatori nei confronti delle figure di spicco del panorama mediatico e la necessità di una regolamentazione più stringente per le iniziative di marketing con finalità benefattive.

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