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sabato 25 Ottobre 2025

Frodi Informatiche: Scoperta Rete Criminale con un Milione di Euro Illeciti

Un’operazione giudiziaria di ampio respiro ha portato alla luce una sofisticata organizzazione criminale dedita a frodi informatiche, con un impatto finanziario stimato in oltre un milione di euro, di cui una porzione consistente già incanalata in attività di riciclaggio.

La Procura di Napoli ha formulato richieste di rinvio a giudizio nei confronti di 84 individui, prevalentemente residenti in Campania, indagati per una serie di reati che abbracciano la frode informatica, l’accesso non autorizzato a sistemi informatici, il riciclaggio di denaro e la sottrazione di identità.
L’indagine, che ha preso avvio nel 2020 a seguito della denuncia di un cittadino del Verbano-Cusio-Ossola vittima di una sottrazione di 45.000 euro, si è conclusa con un’informativa dettagliata di oltre mille pagine, rivelando una struttura complessa e ramificata.

L’origine geografica dell’indagine, apparentemente distante dal cuore operativo della rete, sottolinea la capacità di questi criminali di estendere le proprie attività oltre i confini regionali, colpendo 319 vittime dislocate in diverse aree d’Italia.

La struttura organizzativa si è rivelata gerarchica e specializzata, con ruoli distinti e competenze specifiche attribuite a ciascun membro.

Al vertice, si collocavano esperti informatici incaricati della creazione di siti web “clone”, fedeli repliche di piattaforme bancarie autentiche.

Queste copie, esteticamente impeccabili, venivano utilizzate per ingannare le vittime e carpire le loro informazioni di accesso.

Parallelamente, altri membri si occupavano di violare sistemi informatici, aggirando le misure di sicurezza e ottenendo l’accesso a dati sensibili.

Un ulteriore gruppo era responsabile del reclutamento delle vittime, operando spesso attraverso tecniche di persuasione e manipolazione psicologica.
Infine, un network di prestanomi e società di comodo gestiva il riciclo dei fondi illeciti, mascherandone l’origine criminale.

Le tecniche utilizzate dalla banda si fondavano su sofisticate operazioni di phishing e spoofing. Mediante l’invio di messaggi SMS fraudolenti, le vittime venivano indotte a visitare i siti web “clone”, dove inserivano le proprie credenziali di accesso.
A quel punto, i truffatori potevano effettuare bonifici istantanei verso carte prepagate intestate a complici, i quali, in rapida successione, trasferivano il denaro su conti bancari esteri o società offshore, rendendo il tracciamento dei fondi estremamente difficoltoso.
Questa metodologia, combinando l’ingegneria sociale con la competenza tecnica, ha permesso alla rete criminale di operare per un periodo prolungato, accumulando ingenti profitti illeciti.

L’operazione testimonia la crescente sofisticazione delle frodi informatiche e la necessità di rafforzare le misure di prevenzione e di contrasto a livello nazionale.

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