“Frammenti di Infanzia Interrotta: Sessantadue Voci Silenziate” è il titolo che accoglie il visitatore nell’esposizione multimediale allestita nel cuore del municipio di Gavi, un invito urgente a confrontarsi con la realtà del conflitto armato e le sue conseguenze devastanti sui diritti dell’infanzia.
L’installazione, curata dal Circolo Legambiente Val Lemme, non si limita a presentare una selezione di immagini; si configura come un percorso immersivo composto da sessantadue fotografie, disposte in una composizione dinamica sul pavimento.
Ogni scatto, proveniente dalla vasta rete di archivi digitali Wikimedia, è accompagnato da metadati precisi – autore, data, talvolta anche ora e luogo – che testimoniano la documentazione rigorosa e l’immediatezza del racconto.
L’utilizzo di cornici in plexiglass, quasi a voler sospendere le immagini tra realtà e memoria, sottolinea la fragilità dei soggetti ritratti e l’urgenza di agire.
Le fotografie, tratte da conflitti diversi e in continuo aggiornamento, non sono semplici rappresentazioni di sofferenza.
Sono frammenti di storie interrotte, istantanee di vite spezzate, occhi che riflettono paura, smarrimento, e, a volte, una resilienza disarmante.
L’obiettivo primario dell’esposizione è trascendere la mera denuncia per stimolare una profonda riflessione etica e politica.
L’iniziativa si pone come un monito contro l’accettazione passiva della violenza e un appello alla costruzione di una cultura della pace.
I promotori desiderano non solo sensibilizzare il pubblico, ma anche promuovere l’attivismo civico, incoraggiando una mobilitazione popolare che si opponga all’uso della forza come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.
La mostra vuole essere un catalizzatore per un cambiamento di paradigma, dove il dialogo e la diplomazia prevalgano sulla militarizzazione.
Sebbene rivolta principalmente a un pubblico adulto, l’esposizione non esclude i bambini.
Al contrario, si incoraggia la partecipazione consapevole, accompagnata da una guida esperta capace di interpretare le immagini e di offrire una narrazione adeguata all’età, favorendo una comprensione critica e un’empatia profonda.
L’auspicio è che le nuove generazioni possano ereditare un mondo più giusto e pacifico, in cui i diritti dell’infanzia siano inviolabili e ogni conflitto sia affrontato con strumenti di pace duratura.
L’esposizione non vuole essere una semplice visione, ma l’inizio di un percorso verso una maggiore responsabilità globale.