Il futuro del settore lattiero-caseario piemontese si gioca su un delicato equilibrio: l’imperativo di una produzione sempre più attenta all’ambiente e alle richieste dei consumatori non può erodere la vitalità economica delle aziende agricole.
Questa è la prospettiva che emerge a seguito dei recenti lavori della Commissione tecnica per il monitoraggio della qualità del latte in Piemonte, un’iniziativa accolta con favore da Cia – Agricoltori Italiani.
Guido Coda Zabetta, referente regionale del settore latte di Cia Piemonte, sottolinea come la sostenibilità non debba essere declinata solo in termini ambientali, ma come un concetto olistico che abbraccia anche la sostenibilità economica delle imprese.
L’introduzione di nuovi strumenti di monitoraggio, parametri di controllo e certificazioni, pur essendo auspicabile, deve essere attentamente ponderata per evitare conseguenze negative sulla capacità delle aziende di rimanere competitive.
Un approccio miope, focalizzato unicamente sulla performance ambientale, rischierebbe di compromettere la redditività del settore, con effetti a catena sull’occupazione e sulla produzione alimentare.
La frammentazione esistente nel sistema di valutazione della qualità del latte, con tabelle e criteri differenti tra le province, rappresenta un ulteriore ostacolo alla standardizzazione dei dati e alla comparabilità delle produzioni.
Cia – Agricoltori Italiani sollecita pertanto un’azione volta all’uniformazione delle tabelle qualità, al fine di creare un quadro chiaro e omogeneo che faciliti l’analisi delle performance e la pianificazione strategica.
Gabriele Carenini, presidente regionale di Cia Piemonte, riassume la visione complessiva: è necessario costruire un percorso condiviso, un vero e proprio patto tra tutti gli attori del settore, che integri in modo armonioso qualità, sostenibilità e redditività.
Non si tratta di obiettivi contrapposti, bensì di elementi interconnessi e imprescindibili per garantire la resilienza e la prosperità del settore lattiero-caseario piemontese nel lungo periodo.
La sfida è trovare un modello di sviluppo che permetta di produrre latte di eccellenza, rispettando l’ambiente e garantendo al contempo un equo compenso per il lavoro e gli investimenti degli agricoltori, preservando così il patrimonio agroalimentare del Piemonte e il suo contributo all’economia regionale.
L’innovazione tecnologica, l’attenzione alla filiera corta e la valorizzazione dei prodotti tipici rappresentano, in questa direzione, leve strategiche per un futuro sostenibile e competitivo.







