sabato 6 Settembre 2025
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Mara, un anno dopo: il ricordo e l’appello alla solidarietà a Susa.

Un velo di malinconia ha avvolto la Cattedrale di San Giusto a Susa, un anno e mezzo dopo la scomparsa di Mara, una giovane donna la cui vicenda ha scosso profondamente la comunità.

La cerimonia, celebrata in sua memoria, ha rappresentato un momento di raccoglimento e riflessione, un’occasione per onorare la sua esistenza e per guardare, con sguardo lucido, alle fragilità umane.
Non c’era una bara, poiché i resti di Mara riposano ormai nel cimitero di Mompantero, ma la sua presenza, evocata dai ricordi e dalle parole di chi l’ha conosciuta, permeava l’aria.

Fabrizio Favro, fratello di Mara, ha aperto la funzione con un messaggio carico di significato, una supplica rivolta a tutti coloro che, come la sorella, si trovano ad affrontare le sfide della vita con una maggiore vulnerabilità.
“Prego solo e mi auguro che questo tuo addio così prematuro possa servire da insegnamento.
” La sua testimonianza ha puntato il dito contro una società spesso indifferente, pronta a sottovalutare, sfruttare o ignorare coloro che manifestano debolezze.
L’appello è chiaro: coltivare l’empatia, offrire rispetto, amore e comprensione verso chi si trova in una condizione di fragilità, riconoscendo in ogni individuo un valore intrinseco e irrinunciabile.

L’omelia, officiata dal viceparroco don Hervè Mora Anjara, ha ampliato il tema della vulnerabilità umana, collegandola a concetti di giustizia sociale e responsabilità collettiva.
La scomparsa di Mara non doveva essere intesa solo come una tragedia personale, ma come un campanello d’allarme, un invito a costruire un mondo più accogliente e inclusivo, dove nessuno si senta solo o abbandonato.
La cattedrale era gremita, testimonianza dell’affetto e del dolore di una comunità intera.

In prima fila i familiari stretti, segnati da un lutto profondo.

Ma erano presenti anche amici, vicini e conoscenti, accomunati dal desiderio di condividere il dolore e di sostenere chi ha subito una perdita così irreparabile.

Il sindaco Pier Giuseppe Genovese, simbolo dell’autorità locale, ha voluto partecipare per rendere omaggio alla memoria di Mara e per ribadire l’impegno della città a promuovere valori di solidarietà e rispetto.

Il ricordo di Mara si è trasformato in un monito, un invito a interrogarci sulle nostre responsabilità verso il prossimo, un’esortazione a guardare oltre le apparenze e a riconoscere la dignità di ogni persona, soprattutto di coloro che si trovano ad affrontare le avversità con coraggio e resilienza.

La sua storia, pur nella sua tragicità, può ispirare un cambiamento profondo, un impegno concreto per costruire un futuro più umano e compassionevole.

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