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domenica 26 Ottobre 2025

Martiniana Po: Esplosione e Morte, Indagine su Responsabilità e Sicurezza.

La tragedia di Martiniana Po (Cuneo), che lo scorso febbraio ha visto la perdita della vita di Fabrizio Aimo Boot, un uomo di 57 anni con disabilità, ha dato luogo a un’indagine complessa che coinvolge sei persone.
La vicenda, segnata dalla devastazione di un edificio in via Roma e dalla morte in seguito a gravissime ustioni, ha aperto un dibattito cruciale sulla responsabilità in materia di sicurezza degli impianti e sulla tutela della vita umana.
L’esplosione, generata da una fuga di gas, ha provocato il crollo parziale dell’edificio e ha causato lesioni a tre donne, ulteriormente aggravando la gravità del disastro.
La Procura di Cuneo ha formulato accuse che spaziano dall’omicidio colposo all’incendio, passando per il disastro colposo e le lesioni personali, riflettendo la molteplicità dei fattori che hanno contribuito alla catastrofe.

Le indagini hanno puntato il dito contro diverse figure professionali, delineando un quadro di possibili negligenze e omissioni che hanno compromesso la sicurezza dell’impianto.
Particolare attenzione è stata rivolta alla rappresentante legale della società Sorim di Rifreddo, proprietaria dell’immobile, accusata di aver affittato gli alloggi senza aver previamente verificato l’adeguatezza e la conformità degli impianti, in una chiara violazione degli obblighi di sicurezza previsti dalla normativa vigente.
L’inchiesta si estende anche all’amministratore delegato e al presidente della società fornitrice del serbatoio di gas GPL interrato, sollevando interrogativi sulla corretta gestione e manutenzione delle infrastrutture critiche.

Sono sotto accusa, inoltre, i due idraulici incaricati dell’installazione di una caldaia a condensazione, un intervento che avrebbe dovuto garantire maggiore efficienza e sicurezza, e il tecnico responsabile delle derivazioni dell’impianto verso la cucina al primo piano.
La vicenda solleva questioni di profonda rilevanza per la comunità giuridica e per l’amministrazione pubblica.
Non si tratta solo di accertare le responsabilità individuali nel disastro, ma anche di rivedere le procedure di controllo e vigilanza sugli impianti a gas, di rafforzare la formazione professionale degli operatori del settore e di promuovere una cultura della sicurezza più diffusa ed efficace.

La tragica perdita di Fabrizio Aimo Boot e le lesioni subite dalle altre vittime rappresentano un monito severo, un appello urgente a garantire la sicurezza e la tutela della vita umana, prioritari valori fondanti della convivenza civile.
La giustizia, in questo caso, non può limitarsi a stabilire la colpa, ma deve contribuire a prevenire il ripetersi di simili tragedie.

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