giovedì, 5 Giugno 2025
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Migranti a Cuneo: protesta per l’Africa e acceso dibattito politico

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Un corteo vibrante, composto da centinaia di migranti africani, ha attraversato oggi Cuneo, esprimendo un profondo disagio verso le dinamiche geopolitiche che affliggono il continente africano. La manifestazione, punto di partenza dalla sede della prefettura, ha culminato in piazza Galimberti, fulcro dell’espressione collettiva, dove le voci dei rappresentanti delle comunità del Burkina Faso e del Mali hanno amplificato le istanze di una comunità plurale.Il nucleo del messaggio articolato dai manifestanti trascende una semplice protesta: si tratta di una richiesta di rispetto della sovranità e dell’indipendenza nazionale, un appello rivolto a potenze straniere storicamente coinvolte in dinamiche di influenza e controllo sul territorio africano. L’accento è posto sulla necessità di un’interruzione delle ingerenze, che si manifestano in forme dirette e indirette, compromettendo la stabilità politica ed economica delle nazioni coinvolte, in particolare Burkina Faso, Mali e Niger. Questa richiesta si radica nel diritto internazionale, invocato come parametro per una convivenza pacifica e rispettosa dell’autodeterminazione dei popoli.L’evento, tuttavia, ha generato un acceso dibattito politico. L’adesione della consigliera regionale Giulia Marro, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, ha suscitato l’opposizione del partito Azione, il quale ha espresso una critica severa attraverso i suoi esponenti provinciali e cittadini. La condanna si focalizza sulla presunta promozione, attraverso i canali social della consigliera, di una manifestazione percepita come sostegno a regimi definiti “golpisti” e “filorussi.” Questa interpretazione, carica di implicazioni politiche e ideologiche, evidenzia la complessità delle dinamiche internazionali e la difficoltà di definire posizioni univoche in contesti geopolitici contesi.La polemica sollevata da Azione mette in luce una questione cruciale: il delicato equilibrio tra sostegno ai diritti umani, autodeterminazione dei popoli e la necessità di condannare azioni che compromettono la stabilità democratica. Le accuse di appoggio a regimi autoritari pongono un interrogativo profondo sulla responsabilità politica e sulla necessità di distinguere tra la solidarietà verso le comunità migranti e la legittimazione di comportamenti antidemocratici.La manifestazione di Cuneo, dunque, non si configura solo come un evento locale, ma si inserisce in un contesto globale di crescente consapevolezza e rivendicazione da parte delle comunità africane, che aspirano a un futuro di pace, prosperità e autodeterminazione, libero da interferenze esterne e rispettoso dei principi fondamentali del diritto internazionale. Il dibattito politico che ne è seguito amplifica ulteriormente la complessità di tali aspirazioni e la necessità di un dialogo costruttivo e trasparente.

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