A poco più di un anno dalla significativa ricorrenza che celebrerà i 1300 anni dalla sua fondazione, l’abbazia di Novalesa, custode silenziosa di secoli di storia alpina e spiritualità, si appresta a completare un capitolo cruciale nel suo percorso di tutela e valorizzazione. La Città metropolitana di Torino, ente proprietario del complesso monumentale, ha finalizzato l’acquisizione della cappella di Santa Maria Maddalena, un’area di profondo significato storico e artistico, precedentemente gestita dalla Congregazione Benedettina Sublacense. L’atto di concessione, approvato all’unanimità dal Consiglio metropolitano, segna un punto di svolta nella gestione del patrimonio novalgese, aprendo a prospettive inedite per la sua conservazione e apertura al pubblico.La cappella di Santa Maria Maddalena, più che una semplice costruzione religiosa, rappresenta un microcosmo della società medievale e del ruolo peculiare che l’abbazia di Novalesa svolgeva come punto di riferimento per i flussi migratori e di pellegrinaggio attraverso le Alpi. In un’epoca in cui le strutture monastiche spesso fungevano da rifugio e da centro di assistenza, la cappella era destinata all’accoglienza delle donne in viaggio, pellegrine o semplici viandanti, a cui l’accesso alle aree riservate agli uomini era precluso. Questa segregazione, sebbene riflettesse le rigide convenzioni sociali del tempo, evidenzia anche l’importanza attribuita alla protezione e al sostegno delle donne in un contesto di precarietà e incertezza.All’interno di questa struttura, due affreschi del XV secolo costituiscono un’eredità artistica di inestimabile valore, testimonianze tangibili della devozione e della creatività che animavano la comunità novalgese. Questi dipinti, probabilmente commissionati per celebrare eventi significativi o per onorare i santi patroni, offrono uno sguardo privilegiato sulla vita e sulle credenze del tempo, permettendo di ricostruire, almeno in parte, il panorama culturale e spirituale dell’epoca.L’unificazione definitiva del patrimonio novalgese sotto la gestione della Città metropolitana, come sottolineato con entusiasmo dal vicesindaco Jacopo Suppo, non è semplicemente una questione amministrativa, ma un’opportunità strategica per promuovere un approccio integrato e sostenibile alla conservazione e alla fruizione del complesso monumentale. Questa nuova fase consentirà di implementare interventi mirati per la salvaguardia degli edifici e dei manufatti, di sviluppare percorsi di valorizzazione che coniughino rigore scientifico e coinvolgimento della comunità, e di creare eventi culturali e commemorativi che celebrino la ricchezza storica e spirituale dell’abbazia, culminando nella solenne celebrazione del suo millertreesimo anniversario. La gestione unitaria favorirà inoltre la ricerca interdisciplinare, l’apertura a collaborazioni con istituzioni culturali nazionali e internazionali, e l’implementazione di tecnologie innovative per la digitalizzazione e la promozione del patrimonio novalgese, garantendo che questo tesoro storico continui a ispirare e ad arricchire le generazioni future.
Novalesa: la Città Metropolitana acquisisce la cappella di Santa Maria Maddalena
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