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Novara, studenti in piazza per la Palestina: un grido di solidarietà

Un’onda di partecipazione studentesca ha animato oggi la piazza Puccini di Novara, testimoniando una profonda eco di preoccupazione e solidarietà verso il popolo palestinese.
Un nucleo composto da circa un centinaio di persone, prevalentemente giovani, ha dato vita a un presidio spontaneo, un atto di presenza volto a esprimere un sentire collettivo che trascende confini e appartenenze.

Il gesto, più che una manifestazione di protesta nel senso stretto del termine, si configura come un’affermazione di valori: la difesa dei diritti umani, l’opposizione all’oppressione e la richiesta di giustizia per una popolazione che da decenni soffre le conseguenze di un conflitto complesso e doloroso.

Gli striscioni e gli slogan, ripetuti a gran voce – “Palestina libera” e “Siamo tutti palestinesi” – non sono semplici formule, ma simboli di un desiderio di pace, di autodeterminazione e di un futuro in cui la dignità umana sia riconosciuta universalmente.
Il presidio, durato circa due ore, ha rappresentato un momento di riflessione e condivisione.

Oltre agli slogan, si sono susseguite brevi testimonianze e letture di brani che ripercorrono la storia del conflitto israelo-palestinese, evidenziando le cause profonde della crisi e le conseguenze devastanti per la popolazione civile.

La presenza di giovani, in particolare, sottolinea la necessità di un approccio critico e consapevole nei confronti degli eventi internazionali, incoraggiando il dialogo e la ricerca di soluzioni pacifiche.
L’iniziativa, pur di dimensioni contenute, evidenzia come il tema palestinese continui a suscitare forte interesse e sensibilità nell’opinione pubblica, generando un dibattito che va oltre le narrazioni ufficiali e stimolando un’analisi più approfondita delle dinamiche geopolitiche in gioco.
Il presidio non è solo un atto di solidarietà, ma anche un invito a non dimenticare, a rimanere vigili e a promuovere un impegno civile concreto per la costruzione di un mondo più giusto ed equo.
La chiamata a “essere tutti palestinesi” rappresenta l’abbraccio di una causa universale, che tocca le corde più profonde dell’umanità.

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