Un’avanzata scientifica dirompente, frutto della collaborazione internazionale tra ricercatori italiani e americani, apre nuove prospettive nel trattamento del carcinoma colorettale metastatico, una neoplasia che affligge un numero significativo di pazienti. Il consorzio di ricerca, che include prestigiosi istituti come l’Istituto Fondazione Oncologia Molecolare (IFOM), l’Università di Torino, l’Università di Milano, il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, l’Ospedale San Raffaele e l’Istituto di Candiolo Irccs, ha pubblicato un lavoro rivoluzionario su *Cancer Cell*, supportato finanziariamente dall’European Research Council e dalla Fondazione AIRC.Il carcinoma colorettale metastatico ha rappresentato una sfida complessa nel panorama delle terapie oncologiche, principalmente a causa della sua scarsa sensibilità all’immunoterapia – una strategia terapeutica che, negli ultimi quindici anni, ha trasformato il trattamento di molte altre forme tumorali. La ragione principale di questa resistenza risiede nella capacità del tumore di eludere la sorveglianza del sistema immunitario, sviluppando meccanismi di occultamento sofisticati.L’approccio innovativo sviluppato dai ricercatori non si concentra sull’eliminazione diretta di questi meccanismi di resistenza, ma ne sfrutta attivamente le conseguenze. Attraverso la combinazione strategica di due agenti chemioterapici, temozolomide e cisplatino, è stato possibile indurre cambiamenti cellulari significativi. Le cellule tumorali, nel tentativo di sopravvivere all’aggressività di questi farmaci, attivano pathways molecolari che, paradossalmente, le rendono “visibili” al sistema immunitario, esponendo antigeni precedentemente nascosti.La rilevanza della scoperta non si limita all’attivazione della risposta immunitaria contro le cellule tumorali. La combinazione di cisplatino e temozolomide agisce anche sull’ecosistema tumorale, il microambiente, un complesso insieme di cellule, vasi sanguigni e matrice extracellulare che circonda la massa tumorale. Questa azione trasforma il microambiente, modificandone la composizione e la funzionalità, per favorire l’infiltrazione e l’attivazione delle cellule immunitarie. In altre parole, si crea un ambiente più “accogliente” per l’attacco immunitario.I primi risultati clinici, ottenuti attraverso uno studio sperimentale su diciotto pazienti presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center, sono stati estremamente incoraggianti, suggerendo un potenziale cambiamento di paradigma nel trattamento del carcinoma colorettale metastatico. Questo approccio terapeutico, che si basa sull’ingegnoso utilizzo delle strategie di sopravvivenza delle cellule tumorali, apre la strada a future ricerche mirate a ottimizzare la combinazione farmacologica e a identificare i pazienti che ne potrebbero beneficiare maggiormente, ampliando le possibilità di successo nella lotta contro questa malattia debilitante. La ricerca sottolinea l’importanza di una comprensione profonda dei meccanismi di resistenza tumorale e la necessità di terapie che non si limitino a combatterli, ma che li trasformino in alleati per il sistema immunitario.
Nuova speranza per il tumore al colon: scoperta rivoluzionaria
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