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OCT Intraoperatorio: La Chirurgia Oculare Entra in una Nuova Era

L’avvento dell’OCT intraoperatorio rappresenta un punto di svolta radicale nella chirurgia oculare, elevando il livello di precisione e sicurezza a standard inediti.

Non si tratta più di un’opzione di nicchia o un servizio riservato a casi particolarmente complessi, bensì di un elemento costitutivo integrante della pratica chirurgica quotidiana, come ora avviene in Piemonte.

L’OCT intraoperatorio, paragonabile a un sistema di navigazione satellitare ad altissima definizione, offre al chirurgo una mappatura dettagliatissima dell’occhio, consentendo una visualizzazione accurata non solo delle strutture superficiali, ma anche delle profondità anatomiche con una risoluzione micrometrica.
Il dottor Alberto Bellone, figura di spicco nella chirurgia del segmento anteriore e posteriore dell’occhio presso la clinica Humanitas Sedes Sapientiae di Torino, è un fervente sostenitore di questo approccio innovativo.
La sua filosofia professionale è incentrata sulla garanzia del massimo livello di serenità per il paziente, un obiettivo che, a suo dire, si raggiunge attraverso la combinazione dell’esperienza chirurgica con strumenti tecnologici all’avanguardia.

“L’abilità del chirurgo resta imprescindibile”, afferma Bellone, “ma oggi abbiamo la possibilità di potenziarla con una tecnologia che ci apre una finestra sull’invisibile”.
L’innovazione fondamentale dell’OCT intraoperatorio non risiede semplicemente nella capacità di visualizzare immagini ad alta risoluzione.
La vera svolta consiste nel passaggio dalla stima alla misurazione delle distanze e delle profondità anatomiche.

Questa capacità trasforma la procedura chirurgica da un processo basato sull’esperienza e sul giudizio a un intervento guidato da dati precisi e quantificabili, riducendo significativamente il rischio di complicanze e aumentando la probabilità di un esito ottimale.

Il sistema permette, in tempo reale, di affinare i movimenti chirurgici, prevenendo errori che in precedenza potevano sfuggire al controllo visivo.

Bellone sottolinea inoltre che l’accessibilità a questa tecnologia avanzata non deve essere un privilegio limitato, ma un diritto per tutti i pazienti che ne necessitano.
“La sicurezza non può essere un bene di lusso”, dichiara, esprimendo un impegno etico verso l’equità nell’accesso alle cure.

L’implementazione sistematica dell’OCT intraoperatorio, come avviene ora in Piemonte, riflette questo principio, democratizzando l’accesso a un livello di cura chirurgica precedentemente riservato a una minoranza.
Questa evoluzione promette di ridefinire gli standard della chirurgia oculare, migliorando la qualità della vita dei pazienti e aprendo nuove frontiere nella ricerca e nello sviluppo di tecniche chirurgiche sempre più sicure ed efficaci.

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