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venerdì 24 Ottobre 2025

Omicidio a Collegno: indagini complesse sul professionista della sicurezza.

L’inchiesta sull’efferato omicidio di Marco Veronese, 39 anni, assassinato a Collegno, in provincia di Torino, si articola in un’indagine complessa e meticolosa, volta a ricostruire la dinamica del delitto e a identificare l’autore materiale.
I carabinieri del Comando Provinciale di Torino, supportati da specialisti della Sezione Investigazioni Criminali, stanno conducendo una serie di accertamenti che spaziano dall’analisi forense alla ricostruzione del percorso della vittima nelle ore precedenti l’aggressione.
Il fulcro dell’indagine si concentra sull’esame approfondito delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti in via Sabotino, teatro dell’aggressione, e lungo corso Francia, arteria principale di Collegno.
L’obiettivo è duplice: tracciare il possibile percorso del killer prima e dopo il fatto, e individuare eventuali testimoni che possano fornire elementi utili per l’identificazione.

L’attività di acquisizione e analisi delle immagini, tecnicamente complessa, richiede un’attenta sincronizzazione dei flussi video, considerando l’illuminazione ambientale e l’angolo di ripresa di ciascuna telecamera.
Allo stesso tempo, gli investigatori stanno conducendo un’ampia campagna di interrogatori, estesa a un ventaglio di persone legate alla vittima: familiari, amici, vicini di casa, colleghi e conoscenti.

Questi colloqui, spesso di lunga durata, mirano a ricostruire la personalità di Veronese, a chiarire le sue relazioni personali e professionali, e a individuare eventuali conflitti o controversie che possano aver contribuito all’omicidio.

La necessità di una ricostruzione psicologica della vittima emerge come cruciale per comprendere i possibili moventi del delitto.
La peculiarità della vicenda è accentuata dal fatto che Marco Veronese era un professionista del settore della sicurezza, titolare di una ditta specializzata in impianti di allarmi e videosorveglianza.

La vittima, ironicamente, aveva installato personalmente alcune telecamere in diversi esercizi commerciali della zona, rendendo la sua conoscenza del sistema di sicurezza locale un elemento significativo per l’indagine.

La sua competenza tecnica solleva interrogativi sul grado di premeditazione del delitto e sulla possibilità che l’aggressore avesse agito con una conoscenza specifica delle telecamere presenti in zona, cercando di evitarne la sorveglianza.
La testimonianza di un’unica testimone, presente sulla scena, descrive un uomo incappucciato che ha colpito Veronese con numerose coltellate, fuggendo immediatamente dopo.
La descrizione sommaria dell’aggressore, unita all’assenza di impronte o altri reperti biologici rilevanti sul corpo della vittima, complica ulteriormente le operazioni di identificazione.

L’ipotesi di una rapina finita tragicamente è stata inizialmente considerata, ma la mancanza di segni di effrazione o di sottrazione di beni di valore rende questa pista meno probabile.
Allo stato attuale delle indagini, non si esclude alcuna ipotesi, e l’attenzione degli investigatori è focalizzata sulla raccolta di indizi che possano condurre all’arresto del responsabile, un individuo che, a giudicare dalla sua apparente familiarità con le dinamiche di sicurezza della zona, potrebbe essere conosciuto alla vittima o, quantomeno, aver studiato attentamente le sue abitudini.

L’analisi dei tabulati telefonici di Veronese e di altre persone vicine alla vittima è in corso, con l’ausilio di tecnologie avanzate di data mining, per rilevare eventuali comunicazioni sospette.

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