L’operazione “Khoya”, condotta con precisione dai carabinieri del Comando Provinciale di Biella e sotto la direzione della Procura della Repubblica, si è conclusa con risultati significativi nell’ambito della lotta al traffico di sostanze stupefacenti che insidia il territorio biellese.
L’indagine, protrattasi nel tempo e caratterizzata da un’approfondita attività di intelligence, ha avuto come fulcro la ricostruzione di una complessa filiera di approvvigionamento e distribuzione, mirata a erodere la sicurezza e la tranquillità dei cittadini.
L’approccio investigativo ha privilegiato il monitoraggio capillare degli attori coinvolti, sia coloro che agivano come acquirenti, spesso consumatori abituali, sia gli spacciatori operanti a livello locale.
Questo lavoro di ricognizione ha permesso agli inquirenti di identificare i nodi cruciali della rete, tracciando i collegamenti con fornitori esterni, radicati nell’hinterland milanese.
La distanza geografica non ha costituito un ostacolo, in quanto le dinamiche di approvvigionamento si sono rivelate sofisticate e ben orchestrate, sfruttando rotte e modalità di trasporto difficilmente intercettabili.
L’attività ha portato all’identificazione di cinque individui, con ruoli diversi all’interno dell’organizzazione criminale: si tratta di potenziali fornitori, responsabili logistici incaricati del trasporto illecito dello stupefacente e spacciatori al dettaglio, operanti direttamente a contatto con i consumatori.
L’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, impone a questi soggetti il divieto assoluto di rientrare nel territorio provinciale biellese, un provvedimento volto a prevenire ulteriori attività illecite e a garantire la sicurezza pubblica.
L’esecuzione delle operazioni cautelari ha permesso il sequestro di un vasto repertorio di materiali informatici e documentali, essenziali per ricostruire nel dettaglio le modalità operative e i flussi economici legati allo spaccio.
Cellulari, computer, agende, taccuini, ma anche strumenti specifici per il confezionamento e la pesatura dello stupefacente, sono stati sottratti agli indagati e messi a disposizione degli inquirenti per un’analisi approfondita.
Questi elementi testimoniano la complessità e l’organizzazione della rete criminale, che ha cercato di operare in maniera opaca e discreta.
L’operazione Khoya rappresenta un tassello importante nella strategia di contrasto alla criminalità organizzata e alla diffusione di sostanze stupefacenti sul territorio biellese, e sottolinea l’importanza di un’attività investigativa mirata, basata sull’analisi dei dati e sulla collaborazione tra le forze dell’ordine e la magistratura.






