Un episodio che solleva interrogativi sulla sostenibilità e la regolamentazione dell’attività estrattiva, anche su piccola scala, si è verificato nel Biellese.
Un uomo di Novara, sessantenne, è stato sanzionato dalle forze dell’ordine per aver utilizzato una pompa elettrica per cercare oro nel fiume Elvo, in un’area compresa tra i comuni di Borriana, Salussola e Cerrione.
L’intervento dei Carabinieri Forestali di Sordevolo è nato da segnalazioni provenienti dall’associazione locale di cercatori d’oro, che avevano rilevato pratiche estrattive potenzialmente dannose per l’ecosistema fluviale.
L’indagine, resa agevole dalla crescente digitalizzazione e dalla diffusione di piattaforme online, ha permesso di ricostruire l’attività dell’uomo attraverso la ricerca su internet.
In particolare, i militari hanno riscontrato la presenza di video promozionali che pubblicizzavano l’utilizzo di pompe elettriche per facilitare il lavaggio dei sedimenti e la concentrazione delle micro-particelle aurifere.
La tracciabilità digitale ha permesso di identificare il sessantenne e contestargli l’utilizzo di setacci alimentati da pompe elettriche sommerse, alimentate a batteria, una tecnica che, seppur apparentemente semplice, può avere impatti significativi sull’ambiente.
La sanzione di 250 euro, pur essendo una conseguenza diretta della violazione delle normative vigenti, rappresenta un punto di partenza per una riflessione più ampia.
La ricerca dell’oro, attività antica e radicata in molte culture, sta vivendo una nuova ondata di interesse, spinta anche dalla crisi economica e dalla speculazione sui metalli preziosi.
Tuttavia, l’uso di attrezzature non conformi, come le pompe elettriche, può alterare il letto del fiume, mobilita sedimenti e sostanze inquinanti, danneggiare la fauna ittica e compromettere la qualità dell’acqua.
L’episodio evidenzia la necessità di un quadro normativo più chiaro e di controlli più rigorosi per regolare l’attività estrattiva su piccola scala, bilanciando il diritto alla ricerca di risorse naturali con la tutela dell’ambiente.
È fondamentale promuovere pratiche estrattive sostenibili, che utilizzino tecnologie a basso impatto ambientale e che rispettino l’integrità degli ecosistemi fluviali.
L’associazione biellese dei cercatori d’oro, con le sue segnalazioni, ha svolto un ruolo importante nel segnalare pratiche scorrette, dimostrando l’importanza della collaborazione tra enti locali, associazioni ambientaliste e comunità locali per garantire la salvaguardia del patrimonio naturale.
La vicenda pone, inoltre, la questione della consapevolezza e della responsabilità individuale, invitando i cercatori d’oro a informarsi sulle normative vigenti e ad adottare comportamenti rispettosi dell’ambiente.