Un evento atmosferico di particolare intensità ha recentemente colpito l’Ospedale Cardinal Massaia di Asti, evidenziando una criticità strutturale preesistente e la sua crescente urgenza.
Il temporale di questa mattina ha causato consistenti infiltrazioni d’acqua attraverso la copertura in plexiglass, costringendo il personale a predisporre un sistema di emergenza con bidoni per la raccolta.
Fortunatamente, al momento, non si sono registrati danni alle apparecchiature mediche, grazie anche agli interventi di manutenzione straordinaria eseguiti in tempi recenti.
La vicenda, tuttavia, solleva interrogativi profondi sulla gestione patrimoniale e sulla pianificazione della resilienza delle infrastrutture sanitarie.
Come sottolinea il Direttore Generale dell’ASL di Asti, Giovanni Gorgoni, l’esistenza di una vulnerabilità del complesso architettonico in caso di precipitazioni era già nota al momento del suo insediamento, eppure, nonostante ventuno anni, non sono state intraprese azioni significative per risolvere la problematica.
L’ospedale, inaugurato nel 2004, si è rivelato inadeguato a resistere all’intensità e alla frequenza delle perturbazioni atmosferiche che caratterizzano gli ultimi anni, un fenomeno legato ai cambiamenti climatici in atto.
La copertura in plexiglass, in particolare i lucernari, si è dimostrata un punto debole, compromettendo la sicurezza di aree comuni.
La stima dei costi necessari per l’accesso al tetto, l’ispezione e le successive riparazioni e sostituzioni degli elementi danneggiati, si aggira intorno ai 100.000 euro, una cifra che non tiene conto dei costi ricorrenti derivanti dalla necessità di interventi d’emergenza.
Questo sottolinea una gestione delle risorse che privilegia la reazione all’emergenza piuttosto che la prevenzione.
La nota stampa dell’ASL evidenzia l’importanza degli interventi di manutenzione intensificati negli ultimi mesi, che hanno mitigato i danni, ma non negano l’urgenza di un intervento strutturale più radicale.
Si tratta di un problema che va oltre la semplice riparazione e richiede una revisione progettuale, considerando materiali più resistenti e soluzioni costruttive più efficaci per garantire la protezione dell’edificio e la continuità operativa dell’ospedale, un asset strategico per la comunità astigiana.
La situazione pone, inoltre, interrogativi sulla responsabilità nella progettazione e nell’esecuzione dei lavori originari, e sulla capacità di adattamento delle infrastrutture sanitarie alle nuove sfide poste dal clima che cambia.
La vicenda Cardinal Massaia rappresenta un campanello d’allarme per tutte le strutture sanitarie, invitando a una riflessione profonda sulla resilienza e sulla sostenibilità del patrimonio immobiliare pubblico.