Il rapporto sullo stato dell’ambiente in Piemonte, redatto per il 2025, presenta un quadro complesso e articolato, segnato da segnali contrastanti. Sebbene si rilevi una lieve attenuazione degli episodi di sforamento dei limiti imposti per le polveri sottili (PM10 e PM2.5) nel corso del 2024, l’analisi del contesto rivela fragilità e incongruenze che ne mitigano la portata.Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, accoglie con cautela l’apparente miglioramento, sollevando un interrogativo cruciale: quali meccanismi, al di là degli interventi strutturali, abbiano contribuito a questa riduzione temporanea? Il progressivo rinnovo del parco veicolare, sia pubblico che privato, ha indubbiamente giocato un ruolo positivo, ma non può essere considerato l’unico fattore determinante.L’anomalia meteorologica del 2024, caratterizzato come il secondo anno più piovoso dalla seconda metà del secolo XX, con un significativo surplus pluviometrico – 466,2 millimetri, pari al 45% rispetto alla media trentennale 1991-2020 – ha innegabilmente contribuito a diluire la concentrazione di inquinanti atmosferici. Questa circostanza, tuttavia, evidenzia una dipendenza da fattori esterni non controllabili, rendendo la sostenibilità di tale miglioramento quantomeno incerta.La persistente resistenza da parte della Regione Piemonte all’attuazione del blocco dei veicoli diesel Euro5, inizialmente deliberato nel febbraio 2021 in risposta a una procedura di infrazione comunitaria, e successivamente rimandato, riflette una mancanza di coerenza politica e un’esitazione nell’affrontare le criticità ambientali con decisione. La stessa Regione, nel formulare il piano, sembra aver basato le proprie scelte su presupposti che oggi risultano insufficienti a garantire un risultato duraturo.Sergio Capelli, direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, focalizza l’attenzione su un dato di estrema allarme: il 2024 si è confermato l’anno più caldo mai registrato a livello globale, estendendo un trend preoccupante di temperature record che testimoniano l’urgenza di un’azione decisa. La crisi climatica non è un problema futuro, ma una realtà presente e tangibile.È imperativo, pertanto, accelerare drasticamente il percorso di decarbonizzazione, con un investimento massiccio nelle fonti rinnovabili, diversificando le opzioni e superando la dipendenza dall’idroelettrico – spesso soggetta a fluttuazioni e a criticità ambientali – per favorire lo sviluppo di impianti fotovoltaici e eolici, integrando soluzioni innovative per lo stoccaggio dell’energia e massimizzando l’efficienza energetica in tutti i settori. La salute pubblica, l’integrità del territorio e la credibilità delle istituzioni piemontesi dipendono da una risposta tempestiva, coerente e ambiziosa.
Piemonte, Ambiente: Miglioramenti Fragili e Crisi Climatica Urgente
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