Riaprono al pubblico, dopo un complesso e pluriennale intervento di restauro, i Castelli di Cannero, un complesso fortificato che emerge maestoso dalle acque del Lago Maggiore, patrimonio storico e identitario per la comunità di Cannobio e per il Verbano-Cusio-Ossola. Il taglio del nastro, celebrato con la promessa di un’inaugurazione formale il 28 giugno, segna la conclusione di un progetto costato circa quindici milioni di euro, un investimento significativo sostenuto con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del turismo, e di Intesa Sanpaolo.Lungi dall’essere un semplice intervento di ripristino, il restauro dei Castelli di Cannero rappresenta una riflessione profonda sul concetto di conservazione e valorizzazione del patrimonio. Guidato dallo studio Simonetti Architettura di Torino, l’approccio è stato quello di un’interpretazione rispettosa del tempo, evitando ricostruzioni arbitrarie e mantenendo intatta l’aura di luogo segnato dalla storia. Come sottolinea l’architetto Salvatore Simonetti, l’obiettivo è stato quello di offrire ai visitatori un “approdo alla rovina”, un’esperienza che permette di entrare in contatto con un luogo che per secoli è rimasto inaccessibile, un testimone silenzioso di eventi cruciali. Il percorso di visita si sviluppa principalmente lungo le storiche vie di ronda, offrendo scorci suggestivi tra capitelli scolpiti, lapidi commemorative e frammenti di intonaci originali. Alcuni spazi interni, anch’essi accessibili, custodiscono preziose tracce pittoriche, affreschi sopravvissuti al tempo che narrano storie di un’epoca passata.La fortezza, eretta nel 1519, emerge in un contesto storico caratterizzato da profonde instabilità geopolitiche. Il Ducato di Milano, a cui formalmente appartenevano i territori Borromeo, si trovava ad affrontare le ambizioni espansionistiche della Francia e le crescenti pressioni della Confederazione Elvetica. La costruzione dei Castelli non fu quindi un atto puramente difensivo, ma una risposta strategica a un’epoca di conflitti e incertezze. La loro breve funzione militare, conclusasi con la pace del 1529, ha lasciato spazio a un lungo periodo di oblio, interrotto solo da episodi significativi come il ricovero di Giuseppe Garibaldi nel 1848, in seguito alla battaglia di Luino, evento che ne ha segnato la storia. Oggi, i Castelli di Cannero si configurano come un museo interattivo, un ponte tra passato e presente. Grazie all’uso innovativo di audioguide localizzate e installazioni di realtà aumentata, i visitatori potranno immergersi nelle vicende storiche che hanno plasmato la rocca, ricostruendo le dinamiche sociali, politiche e militari che ne hanno determinato l’evoluzione. L’esperienza non sarà quindi una mera visita guidata, ma un viaggio emozionale nel tempo, capace di risvegliare la memoria collettiva e di trasmettere il valore inestimabile di un patrimonio culturale di straordinaria importanza.
Riaprono i Castelli di Cannero: un gioiello restaurato sul Lago Maggiore
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