Sabato scorso, l’alta Valsessera (Biella) è stata teatro dell’inizio di una vicenda che sta tenendo con il fiato sospeso un’intera comunità.
Marino Rabolini, settantuno anni, figura di spicco nel panorama amministrativo legnanese – precedentemente dirigente presso il Comune – è scomparso durante una escursione in montagna.
La sua assenza è stata inizialmente percepita come una semplice prolungata immersione nella natura, interrotta bruscamente dalla mancanza di comunicazioni con un amico, l’ultimo a essere in contatto con lui.
La scoperta dell’auto di Rabolini, parcheggiata presso la Casa del Pescatore, ha innescato una complessa operazione di ricerca e soccorso, caratterizzata dall’impiego di risorse umane e tecnologiche di elevata specializzazione.
La zona, impervia e dal notevole dislivello, presenta sfide logistiche non indifferenti, accentuate dalla scarsa copertura telefonica in alcune aree.
Le squadre di soccorso alpino, coordinate con i vigili del fuoco, hanno concentrato i loro sforzi sulla punta del Cravile, un’area particolarmente cruciale in questa fase.
L’importanza di questa località deriva dal fatto che proprio qui, in circostanze non del tutto chiare, il segnale del cellulare di Rabolini è stato captato, suggerendo un potenziale punto di riferimento per le ricerche.
L’intervento dell’elicottero “Drago”, elemento strategico per la sorveglianza aerea e il supporto logistico, testimonia l’impegno massimo delle autorità.
A supporto, i carabinieri, affiancati da nuclei cinofili altamente addestrati, stanno setacciando il territorio con meticolosità, sfruttando l’olfatto dei cani per individuare possibili tracce.
Un elemento distintivo di questa operazione di ricerca è l’impiego di unità SAPR (Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto), droni equipaggiati con sensori avanzati e telecamere ad alta risoluzione.
Questa tecnologia consente di effettuare sopralluoghi in aree inaccessibili e di analizzare il territorio con una precisione impensabile con i metodi tradizionali, fornendo informazioni cruciali per orientare le squadre a terra e massimizzare le probabilità di successo.
L’uso di droni, in particolare, permette una mappatura tridimensionale del terreno e l’individuazione di elementi che potrebbero essere sfuggiti ad una prima ispezione visiva.