Diffida formale al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: Tutela del Diritto Sindacale e Garanzia della Legalità nei Luoghi di DetenzioneCon la presente diffida formale, notificata dall’Avv. Maria Immacolata Amoroso per conto delle organizzazioni sindacali Sappe, Osapp, Uilpa e Uspp, si rivolge il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott. Antonio Mario Galati, in ragione di una serie di condotte gravissime che ledono in modo inequivocabile il diritto di rappresentanza sindacale e violano palesemente gli obblighi contrattuali derivanti dall’Accordo Nazionale Quadro del 5 ottobre 2023 e dal Protocollo d’Intesa Distrettuale dell’11 marzo 2024.
Le azioni contestate denotano un’inaccettabile erosione del ruolo sindacale, pilastro fondamentale del dialogo sociale e della gestione democratica all’interno del Corpo di Polizia Penitenziaria.
In particolare, il Provveditore è accusato di aver imposto, attraverso il decreto n.
155 del 16 settembre 2023, una radicale riorganizzazione degli uffici, introducendo nuove e gravose modalità di articolazione del lavoro e limitazioni significative in relazione ai benefit economici riconosciuti al personale (in primis, il sistema dei buoni pasto).
Tale provvedimento, di per sé, si pone in contrasto con il principio del confronto obbligatorio previsto dalla contrattazione decentrata, un cardine del sistema di relazioni industriali che mira a garantire la partecipazione dei sindacati nelle decisioni che impattano sulle condizioni di lavoro.
L’anomalia si aggrava ulteriormente con la pratica di convocare, presso i tavoli negoziali, sigle sindacali non legittimate a rappresentare il comparto sicurezza, con l’evidente scopo di diluire il peso delle organizzazioni maggiormente rappresentative e frustrare ogni tentativo di instaurare un dialogo costruttivo.
Tale comportamento non solo viola i principi fondamentali della democrazia sindacale, ma mette a repentaglio la capacità del Corpo di Polizia Penitenziaria di affrontare le sfide complesse che lo attendono.
Parallelamente, le organizzazioni sindacali lamentano un preoccupante aumento dei procedimenti disciplinari a carico del personale, interpretato come una strategia volta a intimidire e controllare il corpo dirigente, e una crescente frequenza di eventi critici all’interno degli istituti penitenziari, segnale di una gestione carente e potenzialmente dannosa per la sicurezza dei detenuti, del personale e della collettività.
Questi fenomeni, interconnessi, suggeriscono una rottura del delicato equilibrio che deve presiedere alla gestione delle carceri, con ripercussioni negative sia sul piano operativo che su quello umano.
La presente diffida, pertanto, impegna il Provveditore a cessare immediatamente le condotte illecite sopra delineate, ad adottare misure volte a sospendere l’efficacia del decreto n.
155, a ripristinare con urgenza le procedure contrattuali corrette e a convocare, senza indugio, un tavolo negoziale con le organizzazioni sindacali firmatarie, entro il termine perentorio di quindici giorni dalla ricezione del presente atto.
In difetto, le organizzazioni sindacali si riservano di adire le vie legali, attuando ricorso al Tribunale ai sensi dell’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, con l’obiettivo di tutelare i diritti dei propri associati e di garantire il rispetto delle normative vigenti in materia di relazioni industriali e diritto sindacale.
La tutela della legalità e del dialogo sociale rappresenta un imperativo imprescindibile per assicurare la piena operatività e l’efficienza del Corpo di Polizia Penitenziaria, e le organizzazioni sindacali si ritengono investite di un dovere irrinunciabile a vigilare sul rispetto di tali principi.